"L'altra grande epidemia è la mancanza di dispositivi di sicurezza. Guardate cosa è arrivato da Roma: un panno che si usa per pulire il tavolo. Non si può andare in guerra con le fionde". È la denuncia del governatore siciliano Nello Musumeci intervenuto alla trasmissione "L'Aria che tira" in onda su La7 mostrando in tv le mascherine arrivate nell'Isola dalla Protezione civile. "Non è possibile - dice - mi chiamano i sindaci, non sanno che anche noi aspettiamo dispositivi da Roma. Siamo arrivati al punto di non ritorno. Gli acquisti andavano fatti nei primi di marzo, bisognava requisire 2-3 aziende e dire: producete questo tipo di prodotto, si fa così quando si è un guerra, in una situazione straordinaria si agisce. Non si può partecipare a una gara internazionale per le mascherine e fare arrivare queste cose".
E adesso c'è anche l'idea di realizzare delle mascherine made in Sicily. Se la produzione partisse, nel giro di qualche giorno gli ospedali siciliani potrebbero avere una primissima fornitura per tamponare l'emergenza di presìdi sanitari. A realizzare l'intera filiera sarebbero sette aziende del Distretto meccatronica, che qualche giorno fa ha ottenuto il rinnovo del riconoscimento da parte dell'assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano. Mobilitate dal presidente del Distretto, Antonello Mineo, le aziende si sono subito attivate nel mettere in campo le apparecchiature per venire incontro alle esigenze del 'sistema Sicilia'. Le schede tecniche con le tipologie di produzione e i quantitativi sono stati trasmessi domenica scorsa dal Distretto meccatronica all'assessore Turano, che ha immediatamente avvertito il responsabile della Protezione civile, Calogero Foti. "Come Distretto ho attivato subito le aziende dotate delle competenze e della capacità produttiva necessarie - spiega Mineo -. In 48 ore siamo stati in grado di ingegnerizzare e realizzare i prototipi che sono in consegna. Le aziende sono già pronte alla produzione in larga scala per soddisfare il fabbisogno dei dispositivi in Sicilia".
Intanto Musumeci non arretra, dopo aver accusato ieri di aver a disposizioni pochi controlli allo Stretto, adesso promette misure più restrittive. "Abbiamo già bloccato gli accessi in Sicilia e fra qualche ora renderemo ancora più difficili le deroghe che saranno concesse solo per gravissimi motivi sanitari e personali". Un inasprimento annunciato anche in riferimento al dato dei 33.315 siciliani rientrati fino a questo momento dalle regioni del nord.
"Un numero enorme", ha commentato il governatore, pur sapendo che potrebbe essere una stima al ribasso: "Siamo davanti all'epidemia più insidiosa degli ultimi cento anni. Il nemico al momento è più forte di noi e servono misure fortemente restrittive", conclude.
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