Pochi giorni fa abbiamo allertato i proprietari di cani circa un potenziale pericolo causato da una pianta ornamentale frequente nei giardini e nelle case. L'allarme è stato lanciato dal prestigioso centro antiveleni del Niguarda milanese che ha ritenuto opportuno trasmettere alla Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari, una nota informativa da distribuire in tutta Italia.
Leggo ora un aberrante comunicato stampa della Federfauna intitolato: «La palma ammazza cani, l'ultima trovata dell'estate?». Prima di tutto un po' di chiarezza su questa Federfauna che, a dispetto del nome, non ha nulla a che fare con le associazioni animaliste, anzi fa gli interessi di chi importa animali dall'Est (con tutte le problematiche connesse che ben conosciamo), di chi li detiene, li vende nei negozi e di chi adora schioccare la frusta mentre la tigre salta nel cerchio di fuoco e l'orso pedala sulla bicicletta. Si tratta infatti della Confederazione Europea delle Associazioni di Allevatori, Commercianti e Detentori di animali il cui presidente onorario chi sarà mai? Ma l'ineffabile e immarcescibile Moira Orfei. D'altronde quando si tratta di sfruttare animali nei circhi, per il pubblico ludibrio, migliore figura non si può trovare.
Ma torniamo al comunicato stampa. Si dà il caso che, secondo la Federfauna, tutta questa smania, da parte dei ricercatori dell'istituto milanese, nel voler far conoscere il loro studio sulla tossicità della pianta ornamentale è assolutamente fuori luogo e, con un esercizio virtuoso di dietrologia condito da una punta di thrilling, alla fine si chiede: «Ma chi paga queste ricerche?» e arriva a paventare una sorta di nuova tassazione occulta da parte del governo quando scrive «Se qualcuno stesse meditando di obbligare i cittadini, anche per farsi il giardino ad ottenere il nulla osta da qualche organismo statale o comunque amico del potere?...». Eh, Silvio, ha trovato il modo di fotterci senza che i sindacati se ne accorgano: la palmetta.
Già, io non ci avevo pensato, ma ormai che mi hanno messo la pulce nell'orecchio comincio a dubitare della fine di Sindona, del mistero di Ustica e a pensare che dietro la palmetta assassina, in realtà, ci sia una deviazione dei servizi segreti. Il ministro Maroni è avvertito.
Già che ci sono devo dare a Cesare quel che è di Cesare: la Federfauna ha interrogato un esperto vivaista e botanico che è inorridito nel vedere scritto che la cosiddetta Sago Palm è una palmetta. Non è vero (e ha ragione) perché la Cycas revoluta (la pianta venefica in causa) appartiene alle Gimnosperme, mentre le palme appartengono alle Angiosperme. E qui, con tutto 'sto sperma, la pianto (nel senso di «la smetto») se no mi denunciano per atti sessuali in luogo pubblico.
Dove invece la Federfauna la fa fuori dal vasino è nel minimizzare i danni. Che volete che siano 6 cani morti sui 16 intossicati? Col cavolo, cari miei! Se sono una ventina quelli ufficiali, vuol dire che sono centinaia gli intossicati, come capita nei bilanci ufficiali dei morti durante uno tsunami.
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