Pancalli vuole la presidenza di Euro 2012

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Se lo dice anche Luciano Moggi, allora Matarrese ha proprio ragione. Se Luciano Moggi, l’ex dg della Juve dei bei tempi andati, elettore di Carraro, sostiene convinto, parlando ai microfoni di radio Kiss Kiss, che «Giancarlo Abete sarà il prossimo presidente federale perché i nuovi nel calcio hanno fatto solo male», i sospetti di don Tonino (che vede la lunga mano dell’odiato Carraro dietro la candidatura del capo delegazione di Duisburg) diventano più consistenti. E non servono certo le smentite provenienti dall’interessato («strano, Moggi mi è sempre stato contro»)a placare la preoccupazione del presidente della Lega di Milano capace di coagulare attorno alla propria posizione quasi tutti i presidenti di serie A e serie B, tranne Della Valle (il patron viola è amico intimo di Luigi Abete, presidente di Bnl e fratello di Giancarlo). Perciò don Tonino continua a cavalcare, con indiscutibile abilità politica, la candidatura Pancalli per la presidenza federale così da provocare un clamoroso imbarazzo. Matarrese vuole trattare, ottenere una vice-presidenza per la sua organizzazione e finora Abete ha sempre risposto picche.
Il successore di Guido Rossi in via Allegri, che ha impiegato poche settimane per guadagnarsi grandi consensi, personali e professionali, non ha rinunciato in modo pubblico e solenne alla candidatura. Il motivo è presto detto: risulta lusingato dalle lodi raccolte e anche dall’apertura di credito. A frenarlo sono alcune resistenze sentimentali, il suo ruolo alla federazione paraolimpica, e difficoltà di carattere pratico: da vice-presidente del Coni ha diritto a un appannaggio, come presidente della federcalcio perderebbe la poltrona al Foro Italico in cambio di un piccolo rimborso spese. Perciò Pancalli è indeciso sul da fare. Se desse ascolto anche ai suggerimenti che provengono dal Foro Italico, accetterebbe per esempio di guidare il comitato Euro2012 fino alla conclusione del mandato. Si tratta di una missione quasi disperata, con le risorse finanziarie ridotte quasi a zero e lo scarso coinvolgimento dei politici tiepidi sull’argomento.
Sullo sfondo della campagna elettorale del calcio domina la sagoma di Gianni Petrucci, presidente del Coni, considerato il nume tutelare di Pancalli, presentato anche come suo delfino per il futuro della presidenza Coni.

Nel 2009 scade il primo mandato di Petrucci il quale si ritrova nelle condizioni di ripresentarsi per chiedere la riconferma nell’incarico: la modifica allo statuto intervenuta a partire dal 2005 stabilisce infatti che da quella data un presidente non può restare in carica oltre due quadrienni olimpici.

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