"Il Pdl lotterà per la sacralità della vita"

Berlusconi: "Non rinunceremo alla dignità della persona, ma non siamo democristiani: il nostro sarà un partito laico Crediamo nella sovranità dello Stato, ma difendiamo il diritto della Chiesa di dire anche cose impopolari"

"Il Pdl lotterà per la sacralità della vita"

Cristiani, sì. «Rispettiamo la Chiesa e ne difendiamo la libertà anche quando si trova a proclamare principi difficili e impopolari. E la sacralità della vita sarà per noi un punto di riferimento irrinunciabile». Ma democristiani, mai. «Ci hanno dato la libertà, però non ripercorreremo la via di quel collateralismo che è stata la linea della Dc». E poi, laici: «Il Pdl sarà rispettoso della libertà di ciascuno sugli argomenti che riguardano la coscienza». Ma non anticlericali, puntualizza Silvio Berlusconi: «Crediamo nella sovranità della politica rispetto alla Chiesa, però pensiamo anche che la Chiesa possa e debba parlare liberamente e svolgere quello che è il suo insostituibile ruolo nella società».
Collegato al telefono con il convegno dei popolari liberali di Carlo Giovanardi a Napoli, il Cavaliere traccia il profilo del Pdl sul versante etico e religioso. C’è un po’ di burrasca in queste settimane sui temi morali, dopo il caso Englaro e le dichiarazione del Papa sui preservativi e sull’aborto. Per il premier si può risolvere tutto nella storica equazione cavouriana, libera Chiesa in libero Stato. «Rispettiamo la Chiesa anche quando enuncia concetti impopolari e lontani dalle opinioni di moda tra intellettuali e giornalisti». Il Pdl, insiste Berlusconi, «sarà un partito laico che non abbandonerà mai un punto di riferimento irrinunciabile, la sacralità della vita e la dignità delle persone: sui temi di coscienza non rinunceremo mai a dare una linea e a difendere determinati valori che sono i nostri». Quanto ai rapporti tra fede e scienza, niente schematismi, non c’è una ricetta valida sempre: «Si cercheranno le soluzioni ai problemi che l’etica e la modernità ci porrà davanti. Soluzioni sempre il più possibile condivise». Ma con il punto fermo, ripete, della dignità della persona.
Dunque, è «liberale e popolare» il partito che ha in mente il Cavaliere. La Democrazia cristiana non c’entra, ormai fa parte della storia, anche se, sostiene, dell’esperienza della Balena Bianca non tutto è da buttare. Anzi. «Non scordiamoci che è a lei che dobbiamo la nostra libertà, alla grande lezione della Dc di don Sturzo e De Gasperi, perno e base della nostra democrazia. E io ricordo con orgoglio - racconta - quando da giovane ho attaccato ai muri i manifesti della Dc nella fondamentale campagna elettorale del ’48, quando i cattolici, insieme alle altre forze democratiche, salvarono l’Italia dal comunismo. E quando nel ’94 abbiamo rischiato nuovamente una deriva antidemocratica, sono stati sempre i cattolici liberali, assieme alle altre formazioni laiche e riformiste, a evitare il pericolo di un futuro illiberale che ci minacciava».
Oggi, invece, a minacciarci è la crisi economica. Ma il premier invita a non lasciarsi «prendere dal panico». E attacca il centrosinistra che soffia sul fuoco: «Grida alla catastrofe e diffonde paura con spregiudicatezza, al pari di tanti mass media». «In Italia - assicura Berlusconi - la situazione è migliore di quella di altri Paesi. Poi ci sono due modi di affrontare le cose. Uno è quello di cercare di riportare la fiducia nella gente, favorire i crediti da parte delle banche, i consumi, gli investimenti, come facciamo noi. Un altro è gridare alla catastrofe». Insomma, il sistema Italia tiene. «I nostri italiani - dice ancora il Cavaliere - sono risparmiatori. Abbiamo un basso indebitamento privato, quindi le banche non sono state contaminate dal virus americano e sono solide. Abbiamo poi le garanzie sociali e la sanità per tutti i cittadini».
E il governo, aggiunge, sta facendo la sua parte. «Credo che ci siamo mossi bene, anticipando la crisi e individuando misure che sono efficaci. Abbiamo stanziato somme ingenti per gli ammortizzatori. Direi che stiamo discretamente tranquilli». Ma quanto durerà? «La profondità e l’estensione temporale della crisi dipenderanno da tutti noi».
Chiude con Napoli e i rifiuti.

«Giovedì inaugurerò il termovalorizzatore di Acerra, un’opera che segna il passaggio definitivo dalla fase dell’emergenza a quella della raccolta industriale. Ce n’è voluta di volontà e di sforzi per superare le diffidenze locali, ma ce l’abbiamo fatta. Avete visto com’è cambiata Napoli rispetto a come ce l’avevano lasciata loro?».

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