Penati alza le tasse: 300 euro a testa non bastano

Solo a parole reclama la riduzione del carico fiscale. Nei fatti, Filippo Penati, continua a mettere le mani nei portafogli dei milanesi. Una nuova stangata sta infatti per abbattersi su tre milioni e ottocentomila cittadini. A rivelare l’obiettivo del presidente della Provincia è Forza Italia: «La parola d’ordine dell’inquilino di Palazzo Isimbardi è “aumentare le tasse”. E tutta la giunta all’unanimità, sia gli assessori del Pd che quelli della sinistra radicale, sottoscrivono».
Bruno Dapei, capogruppo azzurro denuncia che «un accordo “alto” in via Vivaio è stato trovato sul fronte delle entrate» nonostante, attenzione, «la Provincia di Milano sia ancora senza il bilancio di previsione». Già, i sedici assessori e il presidente Penati non hanno ancora «trovata la “quadra” per presentare quel bilancio in consiglio e quindi far sapere ai cittadini come intendono spendere le risorse a loro disposizione».
Evidentemente, la maggioranza «rossa» è litigiosa su «come spendere» mentre va d’amore e d’accordo su «come spennare i cittadini». Nessun stupore, però: «È un vizio della sinistra. Al contrario delle buone amministrazioni, le loro prima decidono di tassare e poi come spendere. Malgoverno di chi fa rimanere ferme aliquote e tariffe portate al massimo consentito dalla legge e aumenta invece tutte quelle ora aumentabili». Risultato? «Un nuovo record di pressione fiscale locale e, segnatevi questa cifra, un miliardo e cento milioni di euro raccolti, diciamo, dalle tasche dei milanesi e dei cittadini dell’hinterland senza nemmeno una spiega, senza ancora sapere perché. Un miliardo e cento milioni che, calcolatrice alla mano, poco meno di trecento euro a testa».
Virgolettati che non sono un’esagerazione ma la verità dei fatti. Lo prova quel trenta per cento dell’imposta provinciale di trascrizione (Ipt), che è quella tassa da pagare quando si acquista un veicolo, nuovo o usato, sia auto oppure moto. Trenta per cento di un’addizionale che è sempre stata ferma al tre per cento fino al 2004: per cinque anni, dal 1999 al 2004, la giunta di centrodestra guidata da Ombretta Colli ha scelto di non incrementare l’Ipt, «anche se per esigenze di bilancio avrebbe potuto alzare quel tetto».
Penati no, lui l’ha fatto: dal 2005, con passaggi graduali e con la promessa che la differenza sarebbe stata poi investita nel trasporto pubblico. Buon proposito disatteso puntualmente: dal bilancio di via Vivaio «sono stati cancellati i soldi destinati al trasporto pubblico perché la sua giunta ha deciso di azzerare la gara dei nuovi servizi di autobus interurbani» ricorda Dapei. Memoria del passato, che vale «anche per l’addizionale provinciale sull’energia elettrica e per le tariffe dell’acqua»: aumenti anche se il bilancio provinciale presenta un «più» davanti alle entrate tributarie, da trasferimenti statali, regionali e comunitari.
Insomma, Penati è «davvero imbarazzante». «Dalle colonne del Corriere chiede un minor carico fiscale per le imprese e i lavoratori.

Ma, intanto, insieme alla sua giunta “regala” nuove stangate. Curiosa dissociazione». Che aggiungere? I milanesi, volenti o nolenti, saranno condannati a sborsare i contributi imposti da Penati, «che continua a imitare Romano Prodi, forse non s’è accorto che è stato cacciato».

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