Cittadinanza, la maggioranza spegne subito l'incendio di mezza estate

In agenda per venerdì un vertice di coalizione dopo la fibrillazione per la proposta di Tajani sulla cittadinanza: "Tornerà l'armonia, bisogna chiudere sulle regionali"

Cittadinanza, la maggioranza spegne subito l'incendio di mezza estate
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Sullo ius scholae Forza Italia rilancia, con le parole usate da Silvio Berlusconi per caldeggiarlo. La Lega sbarra la porta con toni drammatici, la premier Meloni (tramite il ministro Lollobrigida) frena. Mentre la sinistra prova a infilarsi nelle discordie di maggioranza per alimentarne le fibrillazioni: «Apprezziamo l'apertura di Fi, siamo pronti a trovare un accordo», dice il presidente Pd Stefano Bonaccini.

Ma a destra tutti promettono che la bufera di mezza estate passerà, senza conseguenze per l'esecutivo: «Venerdì prossimo ci sarà il vertice di maggioranza - assicura un ben informato dirigente di Fi - e lì tornerà per forza l'armonia: dobbiamo chiudere sulle Regionali e fare la campagna elettorale insieme».

Intanto però, sulla questione della cittadinanza per i figli di immigrati scolarizzati in Italia, ogni partito del centrodestra ha provato a segnare il proprio territorio: Forza Italia in attacco, per ritagliarsi un ruolo centrista più autonomo e aperto alle riforme, e allargare il proprio spazio elettorale in area cattolica e a spese dell'ex Terzo Polo. La Lega - che già deve parare i colpi interni dell'estremismo vannacciano - in difesa, alzando i toni contro il movimentismo dell'alleato: «Così mettono a rischio il governo». Giorgia Meloni tace, seccata dalla cacofonia nella sua coalizione, ma fa ribadire dai suoi un messaggio chiaro: lo ius scholae «non è nel programma» di governo, non è «una priorità» e neppure un'«urgenza», visto che «da nove anni il Parlamento non se ne occupa», dice il capogruppo Fdi Tommaso Foti: «È un calderone che viene agitato per mettere una zeppa nella maggioranza».

Nessuna «zeppa», replicano da Fi : «Non c'è e non ci sarà alcuna instabilità di governo e certo non cadremo nei tranelli della sinistra. L'esecutivo è solidissimo e gode di ottima salute, per noi Meloni dura fino al 2027», dice il portavoce azzurro Raffaele Nevi. Ma Fi non demorde: «Favorire l'inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari è un punto del programma di governo, così come la flessibilità in uscita dal lavoro per favorire il ricambio generazionale. E lo ius scholae rappresenta lo strumento per mantenere queste promesse fatte agli elettori», scrive sui propri social. Rilanciando anche il video di un intervento di Silvio Berlusconi, che definiva «doveroso» dare la cittadinanza a chi è nato e ha studiato in Italia: «Lui era favorevole, e Forza Italia continua coerentemente ad esserlo», chiosa il partito di Antonio Tajani.

Il salviniano Andrea Crippa contrattacca: «Gli elettori hanno votato Tajani e i suoi per governare con il centrodestra unito o per portare avanti i programmi del PD e dei comunisti?». Mentre Palazzo Chigi affida la risposta al ministro Francesco Lollobrigida, che evoca con accenti aulici l'impero romano, dove «non si diventava cittadini d'emblée, ma per amore di quello che rappresentava Roma». Ciò stabilito, non c'è alcun bisogno di cambiare le norme visto che «le regole che esistono sono adeguate, e permettono tranquillamente di acquisire la cittadinanza.

Le contaminazioni culturali ci devono essere, ma senza rinunciare alla propria identità». Gli fa da contrappunto la titolare dell'Università, l'azzurra Anna Maria Bernini: «Nessun rischio per l'esecutivo, ma è un tema che va discusso. Per essere ascoltati bisogna anche saper ascoltare».

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