“Non si sentiva benvenuta”, nuove rivelazioni sull’assenza di Meghan all’incoronazione

Meghan Markle non avrebbe partecipato all’incoronazione di Carlo III a causa dell’ostilità della royal family nei suoi confronti

“Non si sentiva benvenuta”, nuove rivelazioni sull’assenza di Meghan all’incoronazione
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Ufficialmente Meghan Markle, pur avendo ricevuto l’invito all’incoronazione di Re Carlo III, avvenuta lo scorso 6 maggio, avrebbe scelto di non partecipare per restare con i suoi figli a Montecito. Archie e Lilibet Diana, infatti, non sono stati invitati. Questa, però, non sarebbe la vera ragione dell’assenza della duchessa e, per la verità, gli esperti reali non l’hanno mai ritenuta attendibile. Il giornalista Omid Scobie, coautore del libro “Finding Freedom”, ha un’altra interpretazione dei fatti, che ruota attorno alla questione del razzismo.

“Non si sentiva a suo agio”

In un articolo di Harper’s Bazaar Omid Scobie, da sempre sostenitore dei duchi di Sussex, scrive una frase davvero interessante sui motivi che avrebbero spinto Meghan a restarsene in California invece di andare con Harry a Londra per l’incoronazione di Carlo III. Il giornalista ha scritto: “Era impossibile ignorare che il solo membro di colore della royal family (e madre dei due soli bambini di razza mista del Casato dei Windsor), la Duchessa Meghan, non si sentiva a suo agio o benvenuta abbastanza per partecipare” e questo nonostante il desiderio del sovrano di dar vita a una cerimonia e, di riflesso, a un regno inclusivo, che promuove la diversità.

Sembra che la duchessa di Sussex, attraverso Scobie, stia giocando di nuovo la carta del razzismo. L’impressione, infatti, è che il giornalista potrebbe essere diventato una sorta di portavoce non ufficiale di Harry e Meghan. I casi sono tre: la dichiarazione di Scobie potrebbe essere un’opinione personale, oppure si tratterebbe di un’indiscrezione, o ancora ci troveremmo di fronte a un messaggio indiretto di Meghan Markle. L’origine della teoria secondo cui la duchessa non si sentirebbe “a suo agio” con i Windsor non viene spiegata, quindi siamo nel campo delle supposizioni.

Una lamentela continua

La giustificazione del razzismo inizia a non reggere più. Anzi, secondo molti osservatori reali ha stancato il pubblico. Sono anni che i duchi di Sussex raccontano in interviste, libri e documentari di una famiglia reale snob, che discriminerebbe i suoi parenti, ma non hanno mai portato prove in grado di suffragare le loro affermazioni. Ogni loro parola è quasi sempre stata ammantata di nebbiosa vaghezza. L’ultimo episodio, in ordine cronologico, di questo tipo riguarda il presunto carteggio tra Meghan e Re Carlo III.

In queste lettere la duchessa avrebbe rivelato il nome del membro della royal family accusato di aver fatto commenti razzisti sul colore della pelle di Archie e chiesto al sovrano delle spiegazioni in merito. La risposta non avrebbe portato a una soluzione concreta. Tuttavia, anche in questo caso è stato Omid Scobie a chiudere la faccenda twittando “una dichiarazione del Team Sussex” in cui viene chiarito: “La duchessa di Sussex affronta la sua vita nel presente, non certo pensando a una corrispondenza di due anni fa relativa a conversazioni [avvenute] quattro anni fa. Qualunque ipotesi contraria è falsa e francamente ridicola. Invitiamo i media e i corrispondenti reali a fermare l’estenuante circo che stanno creando da soli”.

Ancora una volta non abbiamo capito chi sarebbe l’autore di queste presunte frasi discriminatorie, né quanto il carteggio, ammesso che esista veramente, abbia influito sui rapporti tra Windsor e Sussex. Rimane la concreta possibilità che l’assenza di Meghan Markle all’incoronazione non fosse affatto dovuta ai figli, ma allo scontro ancora aperto con la royal family.

C’è anche un fondato sospetto, secondo gli esperti reali, che la duchessa abbia preferito evitare di ritrovarsi di fronte alle persone che ha attaccato in diverse occasioni, eventualità che davvero le avrebbe provocato "disagio", anzi "imbarazzo", come riporta Vanity Fair. Solo una cosa sembra certa: l’espressione triste di Harry durante il rito all’Abbazia di Westminster, che forse dice più di tante parole.

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