"Tesoro nascosto a Panama". L’ultima pista sull'eredità di Gina Lollobrigida

Secondo un’inchiesta internazionale nel paradiso fiscale di Panama sarebbero nascosti milioni di euro, una grossa fetta del patrimonio di Gina Lollobrigida

"Tesoro nascosto a Panama". L’ultima pista sull'eredità di Gina Lollobrigida

Un'ingente fetta del patrimonio economico di Gina Lollobrigida potrebbe essere nascosta a Panama. L'eredità, che la diva ha lasciato al figlio Andrea Milko Skofic e al factotum Andrea Piazzolla, sarebbe solo una parte delle ricchezze dell'attrice. A rivelare che a Panama, paradiso fiscale del Centro America, sarebbe custodito un vero e proprio tesoro della Lollo è l'Espresso che, grazie a un'inchiesta internazionale, ha scoperto dell'esistenza della Bewick International Inc (una delle migliaia di società offshore contenute nei "Panama Papers"), di cui sarebbe beneficiaria Luigia Gina Lollobrigida.

La "caccia al tesoro" - così è stata ribattezzata da molti la ricerca di un patrimonio segreto della diva - è iniziata anni fa, quando il figlio dell'attrice Andrea Milko denunciò Piazzolla per circonvenzione d'incapace, insinuando il dubbio che il factotum della Lollobrigida si fosse accaparrato parte del suo patrimonio, nascondendolo. Per questo Andrea Piazzola oggi è imputato in tre differenti procedimenti penali presso il tribunale di Roma. Ma le indagini hanno portato alla scoperta solo di una parte della ricchezza estera di Gina. alla quale si aggiunge, oggi, la tesoreria offshore a Panama scoperta dall'Espresso e finora sconosciuta.

La società a Panama

Secondo quanto riferito dal settimanale, la Bewick International Inc è stata creata il 6 marzo 2014 e risulta tuttora attiva ma il nome degli azionisti è sconosciuto, visto che a Panama è legale aprire società anonime e effettuare operazioni senza lasciarne traccia. Si conosce invece il nome del beneficiario reale della società, colei che può gestire i soldi della Bewick, cioè Luigia Gina Lollobrigida come risulta dall'atto di procura datato 20 marzo 2014, quando venne aperto un conto alla banca Safra nel Principato di Monaco, che conferiva all'attrice pieni poteri di gestire tutti i fondi. "La delibera è firmata da tre fiduciari dello studio Alcogal di Panama City, tuttora registrato come gestore di quella tesoreria estera", fa sapere l'Espresso.

Sulle tracce del tesoro della Lollobrigida

La traccia seguita dall'avvocato di Andrea Milko Skofic per ritrovare il "tesoro" della diva è partita dalla villa sull'Appia, dove Gina Lollobrigida ha vissuto per anni e dal 2015 residenza anche di Piazzola e famiglia. La dimora era intestata non alla Lollobrigida ma alla società Vissi d'arte srl, che a sua volta rientrava nella holding Dousoline con sede nel Principato di Monaco. Una società anonima, quest'ultima, della quale nessuno avrebbe saputo molto se solo nel 2018 qualcuno non avesse "aperto un conto bancario, guarda caso alla Safra di Montecarlo, indicando come beneficiaria Gina Lollobrigida", spiega l'Espresso parlando di un capitale azionario di duecento azioni "che a tutt'oggi non sono nell'inventario dell'eredità: da anni si ignora chi le detenga".

Oltre alle azioni, l'avvocato del figlio della Lollobrigida denuncia la scomparsa anche di 3,9 milioni di euro frutto della vendita dei gioielli dell'attrice in un'asta svoltasi a Londra anni fa. Soldi che vennero depositati in banca a Montecarlo, poi trasferiti il 28 luglio 2013 in un paradiso fiscale e spariti: "Ma le autorità monegasche, nelle risposte alle rogatorie inviate dai giudici italiani, non hanno comunicato il nome della società beneficiaria".

Quella società, ipotizza l'Espresso, potrebbe essere la Bewick International Inc di Panama aperta nove mesi dopo il trasferimento bancario, quando i ricavi dei gioielli erano spariti da Montecarlo. Skofic e i suoi legali sospettano che la società offshore panamense sia stata creata da Piazzolla, che avrebbe convinto la Lollobrigida a firmare delle carte senza saperne il contenuto.

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