Sono finiti in manette i quattro responsabili del pestaggio irrazionale e immotivato di Jacopo, lo studente milanese sedicenne picchiato selvaggiamente in viale Monza tra venerdì e sabato scorso e che, operato d’urgenza (aveva la mandibola fratturata!), è stato dimesso ieri dall’ospedale Policlinico con una prognosi di tre mesi. I carabinieri della compagnia Porta Monforte, oltre a catturare questi ragazzi tra i 18 e i 21 anni - ora accusati di rapina aggravata e lesioni - naturalmente hanno scoperto anche il movente che ha scatenato tutta quella violenza: Jacopo, uscendo da un ristorante cinese dove aveva comprato due bottiglie di vodka, ha urtato per sbaglio il braccio di uno degli aggressori - che non aveva mai visto e incontrato prima - e rovesciato lo spumante contenuto nel suo bicchiere. Una banalità che non può che rendere tutto più grave e scandaloso, ma purtroppo vero visto che la versione dei fatti è stata confermata da tutte le 12 persone (tra cui, appunto, i 4 aggressori) che i militari hanno portato in caserma la notte del fattaccio.
Quando Jacopo è entrato insieme a un amico nel ristorante, infatti, una quindicina di ragazzi poco più grandi stavano bevendo spumante, in attesa di continuare la serata in discoteca. Molti di loro avevano alzato un po’ troppo il gomito, come hanno ammetteranno più tardi davanti ai militari. Jacopo e l’amico, invece, arrivavano da una festa di compleanno a casa di amici ed erano usciti proprio per comprare qualcosa da bere. Il barista del locale ha venduto loro due bottiglie di vodka e mentre usciva dal locale, Jacopo ha urtato per sbaglio uno dei ragazzi del gruppo. A quel punto è scoppiato il finimondo: quattro ragazzi hanno seguito Jacopo e l’amico fuori dal ristorante, ma il 16enne si è ritrovato da solo a fronteggiarli, mentre l’amico era già lontano. Così i ragazzi ubriachi gli hanno strappato la bottiglia di vodka, gli hanno chiesto dei soldi. Jacopo, però, aveva solo 5 euro in tasca. Così, dopo averglieli presi i ragazzi, arrabbiati perché non aveva altro e ubriachi, hanno cominciato a picchiarlo con calci e pugni davanti a due ragazze che, pur non partecipando al pestaggio, non hanno fatto nulla per impedirlo.
Dopo averlo massacrato di botte, i ragazzi si sono allontanati e si sono nascosti, rimanendo a guardare però da lontano che succedeva. E quando hanno visto che Jacopo era ancora vivo, anche se si rialzava faticosamente, hanno tirato un sospiro di sollievo. Tornati sul luogo del pestaggio, quindi, si sono scolati la bottiglia che gli avevano strappato. Jacopo, intanto, è riuscito a tornare alla festa, dove gli amici hanno chiamato i genitori.
Gli arrestati sono Alessandro M., di 18 anni, il fratello Daniele, 21enne, entrambi studenti, e Andrea S., di 20 anni, carrozziere; il quarto, Antonio M., 21enne, è l’unico che ha precedenti e che è finito in manette sei mesi fa per aver rapinato la bici a un minorenne.
Il padre di Jacopo, Sergio, sconvolto da tanta ferocia, nei giorni scorsi ha scritto al sindaco Letizia Moratti e al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, una lettera, puntando il dito contro un fenomeno che, a suo dire, non sarebbe circoscritto e che non verrebbe denunciato per paura.
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