Il pianoforte di Junior Mance Al Manzoni una leggenda jazz

Il pianoforte di Junior Mance Al Manzoni una leggenda jazz

Il jazz non perde il tempo al Teatro Manzoni, e anche questa domenica si appresta a celebrare - con un nuovo appuntamento di «Aperitivo in Concerto» - un grande del jazz storico. Alla veneranda età di 85 anni Junior Mance festeggerà la sua longevità artistica sul palcoscenico dello spazio milanese. Mance, una delle ultime leggende viventi del jazz internazionale, è infatti figura che sembra predestinata a lasciare il segno: a soli cinque anni, in un periodo difficile come quello della Grande Depressione in America e in uno stato ad alta densità nera come l'Illinois (nacque a Evanston, a nord di Chicago nel 1928), il piccolo Junior Clifford Mance pose per la prima volta le mani su una tastiera di pianoforte. Piace immaginare che le note risposero subito sì al nuovo padroncino, perché solo a otto anni lo stesso si mise sotto con lo studio. Da adolescente pare Mance fosse già un verde fenomeno, dopodiché tutto ciò che seguì suona come uno spartito scritto dal destino: pianista e accompagnatore di artisti come Gene Ammons, Lester Young, Charlie Parker (nella cui formazione entrò a far parte sin dai primi anni Cinquanta, al Bee Hive Jazz Club di Chicago), Coleman Hawkins, Dinah Washington, Cannonball Adderley, Dizzy Gillespie, Junior Mance ha fatto del genere del soul-jazz il suo territorio prediletto di esplorazione musicale, in un'epoca molto particolare per la storia degli usa, quella della lotta per i diritti civili dei neri. La musica soul, in quella parentesi storica che cambiò per sempre l'anima dell'America, si faceva manifesto dell'urlo di vitalità di una comunità non più disposta ad accettare limitazioni di sorta.
La versione jazz poteva essere quella meno «arrabbiata» perché svincolata dal testo, ma non è un caso che proprio nel 1961, in piena età kennedyana, Junior Mance decide di camminare da solo e formare un proprio trio , realizzando con Ben Tucker al basso e Bobby Thomas alla batteria il suo primo disco da solista, per l'etichetta Verve, intitolato semplicemente «Junior»: il Junior, per capirci, si faceva grande e camminava con le gambe del proprio talento. Nel 1963, poi, il Nostro avrebbe accompagnato con il proprio trio un altro grande del genere soul-jazz, Joe Williams.

Da poco inserito nella International Jazz Hall of Fame, accanto ai grandi pionieri del jazz, Junior Mance, conquista domenica mattina alle ore 11 (ingresso 12 euro più un euro di prevendita, ingresso giovani 8 euro più un euro di prevendita) per la prima volta la piazza milanese, accompagnato da una formazione particolare, con Hide Tanaka al contrabbasso e Michi Fuji al violino.

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