«Picchiata e nessuno ha mosso un dito»

«Mi hanno presa a pugni e schiaffeggiata, in pieno giorno, e questo nell’indifferenza totale dei passeggeri». A parlare è Romina D’Ambrosio, 38 anni, avvocato, che ieri mattina in metropolitana è stata aggredita da una donna, presumibilmente con problemi psichici. A Termini è salita sulla linea A, direzione «Battistini». «Il posto accanto a me era libero e alla fermata Repubblica è stato occupato da una donna, sui 45 anni di età. Era curata, ben vestita, e mi aveva colpita perché stava leggendo un libro sugli abiti da sposa». All’altezza di «Barberini», però, succede un brutto imprevisto: «La donna si alza, e urlando “adesso basta”, mi dà uno schiaffo violentissimo. Io non capisco più niente, il cuore inizia a battere forte, mi chiedo cosa possa aver fatto». Romina si alza in piedi e va a rifugiarsi accanto a un passeggero, di fronte a lei. Ma la donna non desiste, e la segue, continuando a schiaffeggiarla e persino a darle pugni sulla testa. Tre, quattro in tutto. «A quel punto mi aggrappo al mio vicino, un signore, che però non reagisce, è immobile. Questa donna intanto continua a imprecare».
Il tutto termina a Flaminio, dove la folle scende dalla metro. «Ma prima di varcare la porta, dà uno schiaffo a una passeggera che era appena salita». Romina decide di arrivare fino a Lepanto, e di rivolgersi alla vigilanza privata in servizio nella stazione: «Ma da loro non ricevo nessun aiuto. Anzi, mi rispondono con una battuta: “Sarà colpa del caldo”. E si chiedono pure cosa possano mai fare per rintracciarla. E se quella donna al posto della rivista avesse avuto un coltello? È possibile che una persona così possa andarsene in giro liberamente a picchiare i passeggeri della metro?».
Quando Romina esce da Lepanto è in lacrime. Viene soccorsa da alcuni suoi colleghi e, pochi minuti dopo, dalla polizia in servizio nel tribunale. La portano in infermeria, dove riscotrano alcuni lividi e uno stato di forte agitazione. «La polizia mi consiglia di sporgere denuncia, ma al commissariato Prati mi dicono che per far partire le indagini serve un referto medico con almeno venti giorni di prognosi».

La vittima dell’aggressione - fa sapere - la sporgerà comunque.
«Quello che mi ha più ferito - conclude - è stata l’indifferenza della gente. Il fatto che una donna, seduta davanti a me, abbia continuato tranquillamente a leggere il suo libro, come se nulla stesse accadendo».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica