Tra Pippo e Katia una pace forzata in diretta tv

Lui dice al regista: «Sei coraggioso, l’hai presa a scatola chiusa». Poi le dà una rosa

Paolo Giordano

Ma poi, dico, uno ha ancora tempo di seguire i reality show quando Pippo e Katia si ritrovano in televisione, faccia a faccia, uno nel suo solito doppiopetto da étoile della tivù, l’altra nei panni freschi di attrice. Altro che Al Bano, ieri a Domenica in è andata in scena l’apoteosi del family reality show, ex marito ed ex moglie, attualmente famosa e famosissimo, divisi da sentenze civili e dichiarazioni penali (nel senso di cadute di stile da querela) e riuniti dall’unico obbligo che tutti ormai devono rispettare: la promozione, meglio se autopromozione dei propri prodotti (e meglio se non le chiamate marchette). La Ricciarelli da Pippo Baudo nel segmento Ieri oggi domani di Domenica in insieme con Pupi Avati per presentare il film La seconda notte di nozze è stata l’apologia della promozione, il colpo perfetto e chissenefrega se il film è già uscito e di queste cose non ha bisogno. L’importante è che persino Roberto Benigni, anche lui sul tamburo del suo film La tigre e la neve che incassa molto meno delle attese, anche lui che ormai ha dichiarato il suo amore a Pippo più volte di Katia ai bei tempi, anche lui l’uomo da quindici milioni di spettatori a Rockpolitik, è sembrato superato, quasi tristemente marchettaro, di fronte alla sublimazione del family reality show con memorabile autopromozione incorporata. Al confronto, Enrico Mentana che a Buona Domenica dice a Costanzo «il giornalismo sportivo è la massima espressione del giornalismo» è pressoché un dilettante.
Certo, momenti difficili per Pippo.
E quando ha dovuto presentare la sua ex, dopo aver passato in rassegna tutta la sua storia d’amore tv con Benigni, prima ha incespicato sul nome di Pupi Avati, poi ha fatto come qualsiasi maschio âgé che è sempre di ferro, cortese impassibile controllato, però si sbriciola solo quando incrocia gli occhi della sua ex (che come tutte le ex l’aveva schiaffeggiato su Confidenze: «C’è una cosa che rifarei sicuramente: risposerei Pippo Baudo»).
Così, dovendo suggerire qualcosa i curatori di Blob, quella scena di lui che consegna una rosa rossa a lei, così, appena seduta sulla poltroncina bianca, è indispensabile. Ma non solo per gli occhi che si incontrano e scontrano per la gioia gossipara dell’Italia tutta. Ma proprio per la sua frase «è la rosa che consegniamo a ogni ospite» che sottolinea tutto l’insottolineabile: il distacco, il gelo, la volontà di alzare quel muro che poi, nel pezzo di film inevitabilmente mandato in onda, lei (che è la moglie per finta di Antonio Albanese), definirà «una muraglia cinese». Sotto questa muraglia Pupi Avati, che era l’incolpevole terzo incomodo della scena madre di tutta la tivù, ha rischiato la standing ovation quando ha confessato che sì, il suo obiettivo è quello di raccontare le storie di umanità ma nemmeno si è lasciato sfuggire che lì di fianco a lui andava in onda la storia (televisivamente) perfetta. Perciò quando ha raccontato che la Ricciarelli è stata inserita nel cast senza neanche un provino e Pippo ha stampato un grandioso «sei stato coraggioso, l’hai presa a scatola chiusa», Al Bano è sparito nel nulla, surclassato.

E quando lei ha sottolineato che «non è mai troppo tardi, da questo film ho imparato molte cose» si è capito che la classe non è acqua neppure negli studi della Dear. Mezz’ora o poco meno di grandissima tivù, e poi decidete voi quand’è che la tivù è davvero grande.

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