Il piromane di via Saint Bon colpisce ancora

I vicini denunciano al «Giornale» incendi dolosi nel palazzo. Il colpevole capisce di essere stato scoperto e mette in azione un piano pericoloso per depistarli

Paola Fucilieri

Il piromane dello stabile di via Saint Bon 6 ha messo in atto la sua vendetta. E dopo essersi riconosciuto fin troppo chiaramente nella persona che abbiamo descritto nell’articolo pubblicato domenica 23 ottobre (mancavano solo il suo nome e il suo cognome, ndr) come il pregiudicato residente nello stabile e autore da anni di atti vandalici e incendi dolosi contro molti dei suoi vicini di casa - le altre 303 famiglie che vivono divise su 12 scale - il Nostro ha reagito. Così ha incendiato un’altra vettura, una Peugeot 106 che appartiene a una donna residente in una delle palazzine del complesso di stabili. Un fatto grave? Molto di più. Perché stavolta si è sfiorata la strage. Basti pensare, infatti, che la vettura mandata in fumo verso le 4 di ieri mattina, era parcheggiata regolarmente in un posto auto esterno, proprio sotto una delle palazzine del complesso, accanto all’impianto del gas e le fiamme hanno danneggiato anche lo stabile. Gli stessi vigili del fuoco hanno scosso la testa: non si può pensare a un corto circuito dietro l’altro tra le auto di uno stesso palazzo o davanti alle porte degli stessi appartamenti nel giro di qualche mese. Soprattutto poi se, andando indietro nel tempo, gli episodi si moltiplicano.
Brutta cosa la coscienza sporca, figuriamoci quella di una mente disturbata. Il piromane credeva che, circa 40 giorni fa, fosse bastato dar fuoco a una sua vecchia auto per rientrare tra le vittime dei fantomatici corti circuiti che «dilaniano le sorti del palazzo» (in realtà atti dolosi bell’e buoni). Poi è arrivato l’articolo. I suoi vicini, infatti, lo hanno attaccato in tutte le bacheche e gli ascensori del complesso. Lui si affannava a strapparlo e buttarlo via? E la fotocopia riappariva puntuale il giorno dopo al suo posto.
Così, l’altra notte, per vendicarsi, si è pure creato quello che pensava fosse un alibi e che invece indica sempre più lui come autore o regista dell’incendio. Ha incontrato un amico e probabilmente gli ha chiesto di fare il «lavoretto» alla Peugeot al suo posto, fingendo di non dormire a casa. Alle 5.30 qualcuno l’ha notato durante un sopralluogo in auto, come a voler controllare che il piano avesse funzionato. È rientrato a casa alle 7.30.

Bello come il sole. Non sa ancora che l’assessorato alla Sicurezza del Comune - che progetta di far installare le telecamere nel palazzo e «beccarlo» in flagranza - ha segnalato lui e i suoi «prodigi» al questore Paolo Scarpis.

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