La pizza dei milanesi è sbarcata in Giappone

La pizza dei milanesi è sbarcata in Giappone

Parlando di ristorazione, lo sanno anche i muri che due sono i generi su cui il business è «assicurato»: la pizza e il gelato. Facile a dirsi, anche perché sulle due icone del made in Italy più amate del pianeta la concorrenza è spietata e - appunto - planetaria. Eppure, c'è ancora chi riesce nel nuovo millennio a esportare un brand internazionale con la versione apparentemente più banale della classica pizza, il trancio di margherita.C'è riuscito, e merita un plauso, Massimo Innocenti, titolare della holding Spontini. Sì perché la vecchia bottega di via Spontini, nata agli inizi degli anni '50 dietro Porta Venezia e divenuta un luogo cult per i tiratardi affamati, è diventata oggi una holding che vanta sei punti vendita in città. Ma non solo. Ieri ha ufficializzato lo sbarco in Giappone dove saranno aperti in franchising cinque punti vendita, il primo tra questi a Tokyo, in virtù dell'accordo stipulato con JRD. Possiamo dirlo: una bella storia italiana, di quell'Italia che non piange sulla crisi e continua a investire conscia delle proprie qualità. Anche perchè una volta tanto non ci sono di mezzo squali della finanza (o peggio), ma la storia di una famiglia che, a furia di impastare e infornare, ha capito di avere tra le mani una fortuna.«Mio padre e mia madre acquistarono la vecchia bottega di via Spontini nel '77 dalla famiglia Banti, toscani come noi. Allora quella gustosa pizza al taglio era già nel cuore dei milanesi, per la sua semplicità, per gli ingredienti genuini e la cottura a legna». Già, teglie semplici e fragranti in sole due versioni: la marinara e la margherita dove gli avventori più fortunati riuscivano a rinvenire un'acciuga. Ma, come recita il vecchio adagio, squadra che vince non si cambia. E infatti.
«Quando i miei genitori si ritirarono alla fine degli anni '80 - racconta Innocenti - decisi di andare avanti da solo e volli aprire due nuovi punti: in via Papiniano e in via Marghera». Il format era lo stesso: pizza da asporto o da mangiare su banchetti di scuola e appollaiati sugli sgabelli. «Mi accorsi che i bei numeri di Porta Venezia si replicavano magicamente e allora capii di avere tra le mani non un pezzo di pizza qualsiasi, ma un brand».

Detto fatto: ecco Spontini di via Cenisio, di piazza 5 Giornate e, dulcis in fundo, di Galleria Vittorio Emanuele, la mecca dei turisti. «Siamo finiti su tante guide straniere e soprattutto giapponesi. E così sono stati loro a cercare noi». Quando si dice made in Italy.

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