Con un «pizzico» d'arte il portafoglio diventa più prezioso

Il mercato di pittura e scultura balza del 12% E le banche spingono sui prestiti su misura

Angelo D'Angelo

Il mercato internazionale dell'arte nel 2017, secondo il report The art market di Ubs, ha registrato un giro d'affari di 64 miliardi di dollari, segnando un incremento del 12 per cento su base annua. La ripresa generalizzata dei mercati ha beneficiato anche un settore di investimento considerato alternativo.

In realtà l'arte può essere considerata una vera e propria asset class in quanto, se ben consigliati, presenta un profilo di rischio non eccessivo cui fa da contraltare un tempo di liquidazione molto superiore a quello di un titolo azionario o di un Btp che ne aumenta irrimediabilmente la volatilità. In base alle stime di Artnet sul primo semestre 2017 gli impressionisti si sono rivalutati del 10,5% annuo circa, mentre l'arte contemporanea ha segnato un +7,5 per cento. Basti pensare che Untitled di Basquiat è stato battuto l'anno scorso da Sotheby's per 110 milioni di dollari, mentre a maggio Play-Doh di Koons dovrebbe essere aggiudicato da Christie's per 20 milioni.

Considerata la forte decorrelazione con gli indici di Borsa si tratta di una scommessa che, nel medio termine, può risultare vincente. Il 66% dei mercanti d'arte prevede un incremento delle quotazioni nei prossimi cinque anni, mentre il Deloitte Art & Finance Report, secondo cui i patrimoni investiti in arte e oggetti da parte degli individui con patrimoni superiori a 5 milioni saliranno entro il 2026 a 2.700 miliardi di euro dai 1.600 miliardi del 2016. Eppure, ricorda Ubs, i due terzi delle transazioni globali si svolgono per importi al di sotto dei 50mila dollari (poco più di 40.600 euro), dunque l'accesso non è limitato ai soli «paperoni».

Ecco perché il settore bancario ha sviluppato un'ampia gamma di servizi e di prodotti dedicati a chi intende diversificare il proprio portafogli di investimento estendendolo anche all'arte. Tutti i principali istituti di credito - da Intesa Sanpaolo (che, tra l'altro, è main partner di miart 2018) a Unicredit, da Banca Mediolanum a Mps passando per Bnl-Bnp Paribas e Banco Bpm - hanno all'interno dei loro team di private banking strutture consulenziali espressamente dedicate all'art advisory. Il cliente viene accompagnato in tutte le fasi: dalla selezione alla valutazione fino al finanziamento per la compravendita e al processo di realizzo. Anche l'offerta è sempre più complessa e orientata alle esigenze della clientela. Il classico mutuo per l'acquisto di opere d'arte (l'opera viene data in garanzia a fronte di un finanziamento che copre una parte) è caratterizzato da una compressione degli spread. A questo prodotto tradizionale se ne accompagnano di nuovi più strutturati come il bridge-to-sale, cioè l'anticipo in attesa di una vendita, e il liquidity loan, cioè un prestito di liquidità per ampliare la propria collezione.

Occorre aggiungere che quasi tutti gli istituti puntano anche sul leasing per arricchire l'offerta in questo campo. Ad esempio, Ubi Banca con questa formula consente di finanziare fino al 100% dell'acquisto che permette ad aziende e professionisti di dedurre canoni e Iva.

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