Fra plastica e cristalli la principessa di Prada buca il video (game)

Fra plastica e cristalli la principessa di Prada buca il video (game)

L'aliena più bella della galassia atterra sul pianeta Prada e si trasforma nella versione umana di una principessa da videogames. Potrebbe chiamarsi Zelda, Shura, Sheva oppure Jasmine, ma senza dubbio ha il rigore androgino e al tempo stesso femminile di Lara Croft oltre al gusto della decorazione di una moderna Teodora di Bisanzio. Insomma, per questa fantastica creatura proveniente da un mondo migliore di questo, Miuccia Prada progetta una collezione che lei stessa definisce «importante e quasi grandiosa», un universo semantico molto più ricco e articolato della moda per il prossimo inverno. «Se tenti di capire qual è la bellezza possibile oggi ti viene voglia del sublime» dice infatti la grande signora del made in Italy poco prima di far sfilare i suoi indimenticabili modelli. Nella maggior parte dei casi si tratta di pantaloni alla caviglia sotto ad abiti o gonne a portafoglio indossati sempre con giacche e soprattutto cappotti a vita alta. In molti casi il paltò visto da dietro ha le code della classica giacca da tight maschile senza maniche, ma questo sapiente gioco di proporzioni permette di costruire una nuova silhouette: allungata, slim eppure coperta dalla testa ai piedi. Su tutto questo che di per sé sarebbe tantissimo, Lady Prada mette dei ricami strepitosi che simulano l'effetto 3D e danno valore sia alle tipiche stampe geometriche che hanno contribuito a creare la leggenda della griffe, sia al tutto nero dei primi modelli. Il risultato è decisamente spiazzante: mai vista una moda così decorata e insieme lineare, rigorosa e luccicante, moderna sempre ma con un sottile gioco di rimandi alle epoche che ci hanno traghettato nella contemporaneità. Spaziali (è il caso di dirlo) tutti gli accessori: dalle grandi borse del dottore con gli stessi ricami dei capi alle piccole borsine-gioiello senza comunque dimenticare le altissime scarpe ingabbiate dentro una specie di galoscia in plastica che oltre a proteggere dalla pioggia ci riportano con i piedi per terra, dove anche le principesse delle favole cibernetiche devono pur camminare. Da Ermanno Scervino la Venezia di Casanova e l'Inghilterra dell'Hempshire si fondono con strepitosa modernità in una collezione convincente sotto tutti i punti di vista. Lo studio delle crinoline settecentesche porta il bravo stilista a enfatizzare il punto vita con ardite soluzioni sartoriali come l'elastico inserito a mano nel velluto matelassè di un superbo piumino oppure nel taglio straordinario di un cappotto in crespo doppiato di neoprene. Resta comunque intatto quel gusto sportivo e al tempo stesso chic dello stile amazzone: la più sexy cavallerizza che si possa immaginare. Del resto sulla sensualità del vitino da vespa lavora egregiamente anche Rocco Barocco con una collezione dedicata a Elsa Martinelli e ai sui divini tailleur bianchi e neri con le giacchine avvitatissime da cui spunta a sorpresa una cravatta maschile. Mariuccia Mandelli in arte Krizia ci riporta nelle spirabili aere della sobrietà: un guardaroba possibile per tutte le donne che all'occorrenza devono anche fare le tigri (e prontamente sulla mitica maglieria della signora compare l'effige dell'animale guardiano) ma la sera tornano idoli d'oro da venerare. Da Max Mara tutto è cappotto, perfino una tuta, nel più bel gioco che si possa immaginare tra il modernismo di Metropolis e gli inquietanti marinai di Querelle de Brest.

Perfino Luisa Beccaria, gran dama dell'abito lezioso e iper femminile, regala una nuova concretezza alle sue donne con le belle maglie stampate con lo stesso intaglio dei ricami degli abiti da sera infilati nelle divine gonne in tweed dorato. Alessia Giacobino per Jo No Fui lavora sul lato sexy dello sport. E trasforma una felpa in un luccicante miniabito da cocktail.

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