Non c’è solo la flessione dello spread tra Bto e Bund tedeschi ai minimi da tre anni (ieri a quota 126) a tenere banco sui mercati. I dati macroeconomici italiani continuano a confermare che il pessimismo è fuori luogo anche se occorrerà continuare a tenere la guardia alta, visto che il ritorno in vigore del Patto di Stabilità ridurrà gli spazi per il sostegno pubblico. Ieri la Banca d’Italia (in foto il governatore Fabio Panetta) ha reso noto che a gennaio il debito pubblico è stato pari a 2.848,7 miliardi, in calo di 14,1 miliardi) rispetto al mese precedente. Le entrate tributarie a gennaio sono state pari a 46,5 miliardi, in aumento del 5,1% (2,3 miliardi) su base annua. Insomma, il sistema sta tenendo e, per quanto parziale, anche questi primi risultati confermano che il 2024 è iniziato discretamente.
Di meno immediata interpretazione, invece, le statistiche sulle vendite al dettaglio di gennaio.
Su base annua sono aumentate in valore dell’1% in valore, ma in volume sono diminuite del 2,1%, ha rilevato l’Istat. Un segnale che, sebbene il carovita stia lentamente allentando la morsa, sia ancora necessario implementare le politiche a favore dei redditi deboli. Su base mensile le vendite di alimentari sono rimaste invariate in valore con una diminuzione dello 0,4% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari hanno subito una lieve flessione sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,2%).
Su base tendenziale le vendite dei beni alimentari sono aumentate in valore (+2,4%) e diminuite in volume (-2,8%); quelle dei beni non alimentari hanno evidenziato un decremento sia in valore (-0,2%) sia in volume (-1,6%). Sul valore della spesa ha inciso l’inflazione ancora al di sopra dei valori degli anni scorsi. L’indice dei prezzi al consumo a febbraio, secondo i dati definitivi Istat, ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese precedente. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da +2,7% a +2,3%.
L’inflazione dei beni alimentari è al 3,9 per cento.Nel biennio 2022-2023 i prezzi al dettaglio sono saliti del 13,8%, ha ricordato l’Unc, ma il costo degli alimentari negli ultimi dodici mesi è diminuito solo del 2,8%.
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