Ecco come Joe Biden ha istituzionalizzato l'agenda woke e abbandonato il buonsenso

Dalle guide ultra-Lgbt alle celebrazioni delle varie minoranze: la burocrazia a stelle e strisce è vittima del fondamentalismo dei risvegliati

Ecco come Joe Biden ha istituzionalizzato l'agenda woke e abbandonato il buonsenso

Tra pochi mesi si chiuderà l’esperienza di Joe Biden alla guida degli Stati Uniti, un’amministrazione disastrosa da diversi punti di vista. Tralasciando la politica estera, il presidente uscente si è reso protagonista dell’istituzionalizzazione dell’agenda woke: il trionfo delle minoranze e la morte del buonsenso. Negli ultimi quattro anni, infatti, la Casa Bianca ha dato il suo via libera a leggi e iniziative tanto care al fondamentalismo dei “risvegliati”, fatto di politicamente corretto e cancel culture, di iper-sensibilità e ultra-idiozia.

Da punto di riferimento della sinistra internazionale, i democratici a stelle e strisce hanno abbracciato l’agenda Dei, ossia diversità, uguaglianza e inclusione. Di poche settimane fa è la notizia della svolta woke della burocrazia Usa: il Dipartimento degli interni ha infatti pubblicato una guida al linguaggio inclusivo che ordina ai dipendenti della PA di evitare termini legati al genere come “marito”, “moglie”, “figlio” e “figlia” e di utilizzare i pronomi “they/them”, ossia “loro”, anziché “lui” o “lei” per evitare spiacevoli incomprensioni. Lo zenit del buonsenso, ma un altro trofeo per le minoranze arcobaleno, le più amate e protette dall’amministrazione Biden. Del resto si tratta solo dell’ultimo di una lunga serie di provvedimenti.

Nella raffica di ordini esecutivi firmati sin dal primo giorno da presidente, Biden si è impegnato a “promuovere l’equità razziale” e a reprimere la“discriminazione sulla base dell’identità di genere”. In soldoni, milioni di dollari per le pretese woke. Nel 2021, la sua Small Business Administration istituì un fondo rivolto alle aziende di proprietà di donne e minoranze. Allo stesso modo, il Dipartimento dell’Agricoltura istituì un programma per condonare i prestiti agli agricoltori, a condizione che non fossero bianchi.

Il Pride Month ha certificato la supremazia della religione woke. Per il mese di giugno, infatti, il Dipartimento degli interni ha organizzato una lezione sulla “lingua dei segni americana LGBTQ”. Di cosa si tratta? Sarebbe bello capirlo: secondo la stampa statunitense, una sorta di guida al linguaggio arcobaleno per tradurre termini come “ally” (“alleato”) o “drag queen” e altri pseudo-termini. L’inclusività è l’ossessione di Biden e soci, tale da spingere i sottoposti a iniziative tutt’altro che sobrie. Matt Walsh, volto di spicco del Daily Wire, ha reso pubblico un documento inquietante: un video in cui i dipendenti del governo recitano una poesia intitolata “I am Diversity”, ossia “Io sono la diversità”. Ecco un verso d’esempio: “Sono la diversità, abbracciami e viaggeremo lontano. Sono la diversità, includimi e raggiungeremo la stella splendente”.

Tra le testimonianze dell’istituzionalizzazione dell’agenda woke a firma Biden c’è la anche la nascita del “Transgender Day of Visibility”, evento che si celebra annualmente ogni 31 marzo per “aumentare la consapevolezza e la comprensione delle sfide, dell'importanza e delle lotte delle nostre comunità transgender, non binarie e di genere non conforme”. Per dare ulteriore valore all’iniziativa – altra pretese della galassia arcobaleno – i dipartimenti governativi hanno mostrato ai dipendenti il documentario intitolato “Diving for Rays: A Queer Conservationist’s Story”.

Spesso risulta difficile provare a dare un senso a certe iniziative. Appena un anno fa, l’Usaid (U.S. Agency for International Development) decise di mettere sul tavolo 2 milioni di dollari per "promuovere l'equità e l'uguaglianza delle attività dei gruppi emarginati in Serbia", con particolare attenzione all'"empowerment economico". delle persone LGBTQI+. Con milioni di americani in difficoltà, l’agenzia a guida Biden dedicò tempo e denaro a una sciocchezza simile. Un unico obiettivo: finanziare l’agenda woke e placare la sua base.

Iniziative ma anche poltrone. Già noto per alcuni post sui social piuttosto discutibili, Tyler Cherry è stato promosso a direttore delle comunicazioni della Casa Bianca. Ebbene, Tyler Cherry è un travestito che si identifica come non binario, nonché tra i più noti promotori dell’appello “Abolish ICE”, nato per chiedere la soppressione della sezione delle forze dell’ordine impegnate a fare rispettare le leggi sull’immigrazione.

È finita qui? Macchè: il Dipartimento dell’istruzione è al lavoro per consentire agli studenti trans di gareggiare con il sesso opposto all'interno delle scuole e delle università.

Inoltre, a differenza di molti altri Paesi occidentali che hanno optato per un passo indietro, ha ordinato al Dipartimento sanitario di rafforzare e proteggere le cure di affermazione di genere per i minori. Tutto pur di accontentare le minoranze.

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