Elezioni Usa: chi sono gli altri candidati

Da Jill Stein al candidato in “sospeso”. Chi sfida Trump e Harris da indipendente

Elezioni Usa: chi sono gli altri candidati

Sebbene qualcuno nel tempo abbia suscitato l’attenzione della cronaca politica della sua epoca - per esempio Ross Perot nel 1996 - la vittoria per i candidati del “terzo partito” alle elezioni presidenziali Usa è considerata da sempre inverosimile. E lo è in effetti per alcune ragioni che per un non-americano possono non essere semplici da comprendere.

La prima risiede nel fatto che le elezioni si svolgono su collegi uninominali, ovvero chi vince “prende tutto”: un meccanismo alieno a chi è abituato al sistema proporzionale. Inoltre, scrive il professore di Scienze Politiche Mark Lawrence Schrad su TheHill: “Un terzo partito di successo dovrebbe condurre una campagna che sia in qualche modo abbastanza liberale da sconfiggere i Democratici negli stati blu come il New Jersey e allo stesso tempo abbastanza conservatrice da sconfiggere i Repubblicani nelle roccaforti rosse come il Kansas”.

È un sistema difficile da scardinare il bipartitismo negli Stati Uniti. Eppure qualcuno ci prova sempre, in nome della democrazia o per testare il proprio consenso tra le masse, finendo per diventare un “voto di protesta”, ovvero il modo in cui il singolo cittadino americano esprime dissenso verso i candidati del Partito Democratico e del Partito Repubblicano.

Nelle elezioni presidenziali 2024 sono tre i candidati del “terzo partito”. Inizialmente c’era un quarto candidato, con un nome decisamente blasonato, ma a un certo punto della corsa ha deciso di accordarsi alla campagna di Donald Trump, per cui è in “sospeso”.

Jill Stein

Jill Stein

La prima dei candidati fuori dal bipartitismo è Jill Stein, che già si era candidata nel 2012 e nel 2016. Ha 74 anni, è di Chicago e si è candidata con i Verdi. Come ricorda la Cnn, in questa campagna elettorale ha dapprima lavorato per un altro candidato - Cornel West - per poi correre in prima persona con i Verdi dopo che West ha deciso di proporsi come indipendente. Il grosso della sua idea politica al momento riguarda la guerra in Medio Oriente, tanto da contrastare l’attuale presidente Joe Biden nell’appoggio a Israele e farsi arrestare ad aprile 2024 durante una manifestazione alla Washington University di St. Louis.

In passato è stata medico e attivista ambientale. Le sue lotte principali sono state contro le emissioni di carbonio, a favore di un’istruzione gratuita fino al college, per la cancellazione delle spese mediche e per l’allargamento della Corte Suprema che però dovrebbe essere, secondo Stein, sottoposta a mandati a tempo determinato.

Cornel West

Cornel West

Cornel West, indipendente, ha 71 anni ed è di Tulsa. È un professore, attualmente all’Union Theological Seminary, ma ha lavorato nelle prestigiose Yale, Princeton e Harvard. La sua corsa per la presidenza è iniziata in maniera un po’ burrascosa: dapprima candidato al People’s Party, si è poi rivolto ai Verdi e infine ha deciso di correre come indipendente. Ha indicato nella docente e attivista Melina Abdullah la sua possibile vice.

Anche West è indirizzato sul cessate il fuoco da parte di Israele, ma vuole anche che gli Stati Uniti smettano di aiutare l’Ucraina e la Nato sia abolita. Vuole interrompere la ricerca di petrolio e gas naturale sui terreni federali, risarcendo le riparazioni per le persone coinvolte. È invece a favore dell’assistenza sanitaria gratuita.

Chase Oliver

Chase Oliver

Chase Oliver si candida con il Libertarian Party e ha indicato come suo vice Ter Maat, economista e poliziotto in pensione. Ha 39 anni: è giovanissimo, considerato che tra i presidenti dal Dopoguerra a oggi solo 3 erano 40enni al momento dell’elezione (o della prima elezione), ovvero John F. Kennedy, Bill Clinton e Barack Obama.

Oliver è di Nashville e ha conquistato la nomination dopo ben 7 turni di votazione, in opposizione a candidati del suo stesso partito che strizzavano l’occhio all’Alt Right, l’estrema destra statunitense. In passato, in qualità di attivista, si è opposto alla guerra in Iraq e oggi vorrebbe semplificare l’ottenimento della cittadinanza per i migranti, ampliare le Green Card (ovvero i visti di ingresso negli Usa per lavoro), si oppone al coinvolgimento statunitense nelle guerre in corso, vuole eliminare la Federal Reserve, liberalizzare la marijuana e depenalizzare i reati non violenti connessi alla droga.

Robert F. Kennedy jr

Robert F. Kennedy jr

Robert F. Kennedy jr è il figlio di Robert Kennedy, fratello del presidente John e ucciso in un attentato nel 1968 alla vigilia della sua molto probabile corsa alla presidenza degli Stati Uniti. 70enne di Washington, si era inizialmente candidato come indipendente, indicando come vice Nicole Shanahan, legale e imprenditrice digitale della Silicon Valley.

Lo scorso agosto però ha sospeso la sua campagna elettorale per schierarsi con Trump e contro i Democratici. “Nel mio cuore, non credo più di avere un percorso realistico per la vittoria elettorale.

I nostri sondaggi hanno costantemente mostrato che rimanendo sulla scheda negli Stati in bilico, probabilmente consegnerei le elezioni ai democratici con cui non sono d'accordo sulle questioni più esistenziali: censura, guerra e malattie croniche”, ha detto, come riportato dal Time. È quindi candidato in “sospeso”.

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