I gas delle trincee belghe e francesi nella prima guerra mondiale, le «tempeste di fuoco» causate dai bombardamenti sulle città tedesche nella seconda, le superbombe al Napalm usate ai tempi del Vietnam. Si potrebbe continuare: la galleria degli orrori bellici è purtroppo lunga. Ma nei giorni scorsi, secondo alcuni analisti, alla lista potrebbe essere stato aggiunto un nuovo capitolo.
Per la prima volta la Russia ha usato in terra Ucraina un'arma messa a punto negli anni dell'Unione Sovietica e da allora rimasta chiusa in qualche arsenale. In sigla si chiama Odab-1500 e il suo effetto è visibile nella fotografia a fianco: un enorme fungo di fumo alto più o meno un chilometro
e dall'ampiezza di alcune centinaia di metri.
L'ordigno è una bomba cosiddetta «termobarica»: poco prima che i 1.500 chilogrammi di tritolo esplodano viene liberato una sorta di aerosol fatto di carburante e altre sostanze infiammabili che si incendiano al momento dello scoppio: l'onda d'urto è di terrificante potenza così come gli effetti distruttivi. Secondo le notizie arrivate dal fronte Odab-1500 è stata impiegata sopra il villaggio di Velyka Pisarevka nella zona di Sumy. Era già capitato che venissero usati ordigni simili, ma nessuno di potenza paragonabile. Un comunicato del ministero della Difesa russo ha riferito che nell'esplosione sono morti 300 soldati ucraini.
La notizia è una scontata conferma della potenza dei moderni strumenti di guerra, ma anche un simbolo che collega la Guerra fredda e l'attuale
conflitto. E che rende bene l'attuale momento vissuto dalla Russia. Sia sul campo sia nei toni della propaganda scelti dall'élite di potere.
In uno talk show serale di qualche giorno fa, dopo l'assalto al Crocus City Hall, un ospite ha risposto a una domanda sulle complicità di Kiev nell'attentato che ha choccato l'intero Paese: «Che cosa dobbiamo fare degli ucraini? Dobbiamo solo ucciderli, ucciderli tutti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.