Oggi, a una settimana dall’annuncio, Spagna, Norvegia e Irlanda hanno riconosciuto ufficialmente l’esistenza di uno Stato palestinese. I tre Paesi europei hanno sottolineato l’importanza simbolica di questa decisione e si sono detti convinti del fatto che altri seguiranno il loro esempio. Da parte sua, Israele ha definito questo sviluppo come “un premio” per i terroristi di Hamas.
A Oslo, il riconoscimento della Palestina è entrato in vigore dopo l’emissione del decreto reale di venerdì 24 maggio. “Significa che la Norvegia si relazionerà con la Palestina come uno Stato, con i diritti e gli obblighi che ciò comporta”, ha spiegato il ministro degli Esteri norvegese. “Ciò significa, tra l'altro, che ci aspettiamo che le regole fondamentali del diritto internazionale sull'indipendenza, l'uguaglianza e la coesistenza pacifica siano applicate in tutte le relazioni con la Palestina”. Già nel 2023, il parlamento del Paese aveva stabilito la possibilità per il governo di riconoscere uno Stato palestinese in un momento “in cui può avere un impatto positivo sul processo di pace e senza pregiudicare un accordo di pace definitivo”.
In Spagna, Pedro Sanchez ha parlato di una “decisione storica che ha un unico obiettivo”, ovvero contribuire alla pace tra israeliani e palestinesi. Il premier socialista ha anche affermato che lo Stato palestinese “deve essere attuabile, con la Cisgiordania e Gaza connesse da un corridoio e con Gerusalemme Est come capitale" e "unificato sotto il governo legittimo dell'Autorità nazionale palestinese". Una visione, questa, che secondo Madrid è “pienamente allineata con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu 242 e 338 e con la posizione che tradizionalmente ha mantenuto la Ue”. Il governo ha adottato un decreto che riconosce ufficialmente lo Stato di Palestina durante una riunione del Consiglio dei ministri.
In risposta a queste parole, il titolare degli Esteri israeliano Katz ha accusato Sanchez di essere complice “di incitamento al genocidio degli ebrei e a crimini di guerra” sia per la decisione di riconoscere la Palestina, sia per il non aver ancora licenziato la titolare del dicastero del lavoro e vicepremier Yolanda Diaz, che il 24 maggio ha concluso un discorso con lo slogan di Hamas “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”. Secondo il capo della diplomazia di Tel Aviv, “Khamenei, Sinwar e il vice primo ministro Yolanda Diaz chiedono l'eliminazione di Israele e la creazione di uno Stato terroristico islamico palestinese dal fiume al mare”.
Khamenei @khamenei_ir, Sinwar y la Vicepresidenta de España @yolanda_diaz_ - llaman a la desaparición del Estado de Israel y el establecimiento de un estado terrorista islámico palestino desde el río hasta el mar.
— ישראל כ”ץ Israel Katz (@Israel_katz) May 28, 2024
Presidente @sanchezcastejon - al no despedir a @yolanda_diaz_ y… pic.twitter.com/Gq4mcRlndo
L'Irlanda ha formalizzato il suo riconoscimento della Palestina in una riunione di gabinetto tenutasi nella mattinata del 28 maggio. In una nota, il governo ha affermato di "riconoscere la Palestina come uno Stato sovrano e indipendente e ha accettato di stabilire piene relazioni diplomatiche tra Dublino e Ramallah". Il passo successivo sarà la nomina di un ambasciatore d'Irlanda in Palestina e l'apertura di una sede diplomatica a Ramallah.
La decisione di Irlanda, Spagna e Norvegia porta a 145 su 193 il numero degli Stati membri dell’Onu che riconoscono
l’esistenza della Palestina. Tra questi, vi sono molti Paesi del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Asia, ma non gli Usa, la maggior parte delle nazioni dell’Europa occidentale, l’Australia, il Giappone e la Corea del Sud.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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