Il (vero) flop della marcia di Rahul Gandhi

La marcia di Rahul Gandhi in India è ormai volta al termine. Ma il fallimento del politico di origini (anche) italiane è un altro: non aver fatto nulla per il Paese

Il (vero) flop della marcia di Rahul Gandhi

L'Italia è sempre stata orgogliosa della sua diaspora. Non solo siamo orgogliosi degli immigrati italiani che "ce la fanno" all'estero, l'Italia celebra le persone di origine italiana all'estero. Da Frank Sinatra a Leon Panetta, l'ex direttore della CIA all’attuale First Lady degli Stati Uniti d'America, Jill Biden, la stampa italiana parla di cugini che vivono ancora nel bel paese, celebrando le loro origini italiane e le loro conquiste all'estero. C'è una notevole eccezione.

Sulla stampa italiana oggi c'è totale silenzio su Sonia Gandhi (Edwige Maino), nata a Lusiana, che è quasi diventata Presidente del Consiglio dei Ministri dell'India, la più grande democrazia del mondo. Oggi, quando l'India sta per diventare il paese più popoloso del mondo, suo figlio Rahul, d’origine Italiane, è abbastanza sconosciuto in Italia. Rahul Gandhi ha attraversato tutta l'India a partire dal 7 settembre sulla punta più meridionale dell'India, Kanyakumari. Il suo “Bharat Jodho Yatra” (viaggio “Uniamo l'India”), dovrebbe coprire oltre 3500 km a piedi e attraversare 12 stati indiani. Il suo obiettivo non è più parlare di politica, ma mettere in luce “la disoccupazione e l'inflazione dilaganti, la politica dell'odio e della divisione e l'eccessiva centralizzazione del sistema politico indiano”. Rahul, di madre italiana, nipote della famosa Indira Gandhi, dea Durga per l'elettorato Indiano, bisnipote di Jawaharlal Nehru, Primo Presidente del Consiglio Indiano. Mezzo italiano, un quarto di parsi e un quarto di bramino del Kashmir ma non sentiamo nulla di lui in Italia.

Visto che Rahul è per metà italiano, e questa nobile impresa dovrebbe essere motivo di orgoglio per l'Italia. Comunque quello che è, è un tentativo disperato di mantenere il potere quando non è riuscito ripetutamente a raccogliere la fiducia del popolo e dell'elettorato indiano. È anche una testimonianza di come la famiglia Gandhi-Nehru abbia deluso un paese che ha governato per oltre 50 anni. Il bisnonno paterno di Rahul, Jawaharlal Nehru, era un vero repubblicano che credeva nella democrazia. Quando scrisse a sua figlia, Indira, dal carcere dove gli inglesi lo avevano rinchiuso, sottolineò perché un'India libera e unita non poteva rimanere una monarchia. Credeva nel merito e credeva che un paese complicato come l'India richiedesse un sistema in cui i governanti fossero eletti e non ereditasse la loro posizione.

Fu il primo presidente del consiglio dei ministri dell'India, pronunciando il famoso discorso "Tryst with Destiny" il 15 agosto 1947, quando l'India ottenne l'indipendenza dal Regno Unito. Tuttavia, invece dei re, i Nehru-Gandhi rimasero al potere. Dopo la sua morte, sua figlia Indira, riuscì nonostante tutte le avversità, a diventare Primo Ministro e dopo il suo assassinio suo figlio Rajiv, marito di Sonia e padre di Rahul prese il potere. La stessa Sonia si è esiliata dalla politica dopo la morte del marito, tornando dopo quasi un decennio alla politica. Il partito del Congresso ha ottenuto una vittoria a sorpresa nel 2004 e anche se Sonia, la nuora italiana, avrebbe potuto diventare primo ministro, ha nominato il Mario Draghi Indiano, Manmohan Singh, alla guida del Paese per ben due mandati (10 anni).

Rahul è la quinta generazione della famiglia a cercare il potere. Né lui né sua madre rilasciano interviste in italiano, lavorano tanto per nascondere le loro origini italiane perché per loro è una debolezza della quale non sono orgogliosi. Nonostante abbia perso elezioni ininterrottamente dal 2014 e abbia portato il più antico partito politico indiano, l'Indian National Congress, al suo peggior risultato politico dalla sua formazione nel 1885, madre e figlio non si dimetteono.

Dietro la “Bharat Jodho Yatra” c'è un disperato tentativo di mantenere il potere della famiglia, a tutti costi, a costo del paese. Modi è stato votato meno per il suo manifesto di “Hindutva” ma più perché il paese non c’e la faceva con 50 anni di corruzione dei Gandhi e loro partito. La nuora Italiana, l’ultima speranza ha deluso gli elettori analfabeti e poveri.

In India una nuora è considerata una figlia dopo il matrimonio e Sonia nonostante la nascita e le origini italiane ha avuto la fiducia dell'elettorato per 10 anni. Tuttavia l'elettorato ha perso la fiducia in lei e semplicemente non ce l'ha in suo figlio Rahul. La fede cieca della madre nel figlio, tipica delle madri indiane e italiane, ha portato il partito a diventare quasi irrilevante nella politica indiana. Ma Rahul insiste.

Recentemente Rahul ha avuto l'opportunità di nominare l'ex sottosegretario generale delle Nazioni Unite Shashi Tharoor come presidente del partito congress. Mentre il Paese si prepara alle elezioni nazionali del 2024, il presidente del partito è il candidato “de-facto” del partito a Primo Ministro. Invece Sonia e Rahul hanno scelto Mallikarjun Kharge, 80 anni, leale alla famiglia ma poco carismatico. Gli alti dirigenti hanno abbandonato il congress a causa della fiducia di Sonia in suo figlio e l'India ha perso ogni credibile opposizione che il congress avrebbe potuto fornire in parlamento a modi, il dovere in ogni democrazia.

A volte è importante guardare ai nostri fallimenti più che celebrare i nostri successi. Rahul Gandhi è un tale fallimento delle “eccellenze italiane”. Quello che Sonia e lui avrebbero potuto contribuire alla democrazia e allo sviluppo dell'India fermando la corruzione durante il loro mandato e oggi fornendo un'opposizione credibile, hanno deciso di non farlo in modo da poter provare a rimanere al potere. Con il suo "Bharat Jodho Yatra" Rahul ha riunito folle ma non ha alcun messaggio per il futuro. Sia lui che l'altro suo compagno dinastico pakistano, Bilawal Bhutto Zardari (figlio e nipote di primi ministri del pakistan) concordano entrambi sugli aspetti negativi di Modi e questo lo squalifica automaticamente con l'elettorato indiano come prossimo Primo Ministro dell'India.

Qualunque cosa faccia Rahul, lui rappresenta l'élite, rappresenta l'eredità e la politica dinastica. È ora che la signora gandhi si allontani con i suoi figli dalla politica indiana poiché l'India ha bisogno di un'opposizione credibile affinché la sua democrazia possa prosperare.

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