Adesso Giorgia Meloni è la “premier europea”

Meloni ha ricucito lo strappo tra l’Europa e il nostro alleato fondamentale: gli Stati Uniti

Adesso Giorgia Meloni è la “premier europea”
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Gentile Direttore Feltri, qual è il suo giudizio sulla visita di Meloni a Trump?

Cosimo Valente

Caro Cosimo, Giorgia Meloni non soltanto ha smentito pronostici e previsioni catastrofistici riguardanti la sua impresa a Washington, che costituivano più che altro l’augurio da parte della sinistra di un fallimento della premier, ma ella ha addirittura superato le aspettative più rosee circa la riuscita di questo incontro determinante, avvenuto in un momento molto delicato sia dal punto di vista economico e commerciale che prettamente politico, militare e strategico.

Ho udito dire che sono state soltanto chiacchiere, che sul piatto non c’è nulla di concreto e tangibile, che Meloni avrebbe incassato quindi un niente di fatto, che sarebbe tornata a casa nello stesso modo in cui era partita. I progressisti, divorati dall’invidia, non si rassegnano, mai ammetterebbero un successo di Meloni, nemmeno quando così eclatante. La grandezza di Giorgia risiede anche nella sua capacità di comprendere chi ha davanti e di adottare il comportamento più opportuno e utile per ottenere il meglio, e quello a cui ella mira, dal suo interlocutore. La premier è una abile comunicatrice e questo la rende formidabile dal punto di vista diplomatico. È una fuoriclasse che ha reso Roma perno non solo dell’Occidente ma del mondo intero, tanto è vero che, in questo clima di splendore, la capitale italiana è stata scelta anche come sede dei colloqui tra Usa e Iran, che si tengono oggi. Giorgia ha fatto davvero l’Italia grande ancora.

Per quanto riguarda l’incontro con Trump, cui è seguito quello con il suo vice, ieri, direttamente in Italia, Meloni ha agito da premier italiana quale è ma pure da “premier europea”. Si è configurata come tale senza neppure volerlo. Ella ha compiuto il lavoro che avrebbe dovuto compiere Ursula von der Leyen ma che questa ultima è incapace di realizzare, anche perché assume un atteggiamento che la rende particolarmente indisponente e antipatica, penso ad esempio a quando, di recente, ha parlato di «vendetta» a proposito dei dazi introdotti da Trump. Vendetta? Nel sistema internazionale prima si esperiscono gli strumenti della diplomazia, poi, eventualmente, si parla di «ritorsioni », «rappresaglie», mai di «vendette». Meloni ha ricucito lo strappo tra l’Europa e il nostro alleato fondamentale: gli Stati Uniti. Ha rinsaldato i rapporti tra continente vecchio e continente nuovo ed è stata in grado di strappare a Trump, il quale non ha nemmeno questa volta nascosto la sua stima verso il nostro presidente del Consiglio, piuttosto l’ha esibita, un sì rispetto alla possibilità di confrontarsi con l’Europa nonché di venire in Italia, cosa che il tycoon farà a breve.

Insomma, Meloni era la fascista che avrebbe sfasciato l’Europa unita, distrutto le relazioni con gli Usa e con altri attori del sistema internazionale, invece è tutto il contrario. Eppure noto che la sinistra continua a dipingerla quale pericolo globale, estremista di destra che isola l’Italia, danno per l’Ue, amica dei fascisti. Mi domando come si possa mistificare l’evidenza fino a questo punto.

Il successo di Meloni è sotto gli occhi del mondo intero, la sua missione in America, definita da parecchi quotidiani europei «impossibile», è stata raccontata dagli stessi giornali, che prima che avvenisse si mostravano scettici, in termini positivi, ma non lo vede la sinistra nostrana.

È miopia o è disonestà? Giorgia, ha fatto di Roma l’ombelico del mondo.

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