L'ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa natalizia ha approvato un disegno di legge con il quale è stato dato il via libera alla ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate a pene privative della libertà personale tra la Repubblica italiana e lo Stato della Libia, fatto a Palermo il 29 settembre 2023. Il che significa che diventa attuativo il patto in base al quale i condannati libici in Italia vengono trasferiti nel Paese di origine e viceversa.
L'iniziativa è stata del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. Il trattato, come si legge nel comunicato diramato da Palazzo Chigi, consente il trasferimento nel Paese di origine per scontarvi la pena residua dei cittadini condannati in via definitiva e detenuti nell'altro Stato, al fine di facilitarne il reinserimento. Il rimpatrio potrà avvenire se la sentenza sia passata in giudicato e se la parte di condanna da espiare sia di almeno un anno, salvo casi eccezionali. Inoltre, viene spiegato, tra i presupposti per attuare il patto singolarmente c'è quello che il fatto che ha costituito reato e, quindi, ha dato luogo alla condanna costituisca reato anche per la legge dello Stato in cui il detenuto dev'essere trasferito. Infine, come già avviene per i rimpatri dei soggetti espulsi, il trasferimento può aver luogo esclusivamente nel caso in cui entrambi gli Stati diano il proprio consenso.
A questo consenso si aggiunge la necessità che sussista anche quello pieno e consapevole del condannato. A questo presupposto si può derogare nel caso in cui per lo stesso venga disposta una misura di espulsione o altra per cui non possa più soggiornare nello Stato di condanna, oppure in caso di fuga verso lo Stato di esecuzione.
Questo è un altro tassello che il governo aggiunge nei trattati di collaborazione stretti tra l'Italia e la Libia, fondamentali per costruire rapporti duraturi e fruttuosi, sia a livello economico che nell'ambito del contrasto ai flussi di migrazione irregolare. Sono numerosi i detenuti libici nelle carceri italiane, il che contribuirebbe anche a liberare gli istituti penitenziari. Non è escluso che tali accordi vengano in futuro stretti anche con altri Paesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.