L'Italia vuole collaborare alla creazione di un mondo giusto, sicuro e sostenibile. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha iniziato così il suo discorso di fronte all'81esima seduta dell'Assemblea generale delle Nazioni unite al Palazzo di vetro. "Apprezzo molto l'opportunità di potermi rivolgere a Voi, in quest'Aula, luogo simbolico dell'incontro delle volontà dei popoli, a poco più di un anno dall'ottantesimo anniversario della fondazione delle Nazioni Unite e dal settantesimo dell'ingresso dell'Italia", ha proseguito il capo dello Stato, ricordando come l'aspirazione della Repubblica nata alla fine della Seconda guerra mondiale di aderire alle Nazioni Unite rifletteva la sua vocazione al multilateralismo, diventato vero e proprio pilastro della politica estera del nostro Paese.
"Sono lieto di poter riaffermare oggi, di fronte a Voi, la determinazione dell'Italia a collaborare alla costruzione di un mondo più giusto, sicuro e sostenibile, in cui ogni popolo e ogni persona possano ottenere pieno riconoscimento dei propri diritti", ha affermato il presidente. "Con orgoglio, accogliamo sul nostro territorio uffici e strutture delle Nazioni Unite, da Torino a Roma, da Firenze a Trieste, a Brindisi". Nella sua allocuzione, il capo dello Stato ha riservato anche parole in ricordo del significativo contributo italiano in termini finanziari e di risorse umane ai programmi dell'Onu. In particolare, Mattarella ha sottolineato come il Paese abbia assicurato la presenza di "contingenti civili e di contingenti militari per i programmi di sviluppo e per le operazioni di mantenimento della pace in varie parti del mondo, spesso in scenari complessi e sensibili, a cominciare dalla missione Unifil, al confine fra Libano e Israele". Lo schierarsi in prima linea degli italiani, però, ha comportato anche la perdita di molte vite: "I militari e i civili italiani vittime in Paesi martoriati da conflitti interni in Medio Oriente e Africa nella ricerca della pace, a partire dai tredici aviatori, in missione dell'Onu, massacrati nei pressi di Kindu, in Congo, nel 1961, sono numerosi e desidero qui onorare il loro ricordo".
Riguardo alla difficile situazione internazionale contemporanea, il presidente Mattarella ha ricordato sia il fatto che l'Italia opera sempre per il dialogo, data anche la sua storia e posizione geografica che la rendono un ponte naturale tra civilità e popoli, sia il fatto che le prove globali richiedono una risposta collettiva e coordinata da parte di tutta la comunità internazionale. A questo proposito, il capo dello Stato ha spiegato che l'Onu l'istituzione universale, inclusiva e legittima adatta a queste sfide, nonostante le numerose critiche spesso legittime e fondate che gli sono mosse contro. "Tutti vorremmo di più dal sistema onusiano, senza tuttavia sovente essere disposti, a nostra volta, a dare di più, affidandogli compiti, responsabilità e mezzi in grado di potenziarne l'efficacia di azione, senza essere sottoposti al gioco di veti reciproci che rischia di paralizzarne la vita", ha dichiarato. Per questo motivo, Mattarella ha invitato a riformare gli organi delle Nazioni Unite e a plasmarli sulla pace, tenendo conto delle iniziative di cooperazione continentale cresciute negli ultimi decenni, come l'Unione Africana e l'Unione Europea, in modo da permettere una giusta rappresentanza regionale e processi decisionali migliori.
Sul tema della guerra in Ucraina, il presidente Mattarella ha sottolineato che la Russia si è assunta la "grande responsabilità" di aver riportato la guerra sul suolo europeo e che Mosca non può pensare che una nazione, per quanto potente e dotata dell'arma nucleare, possa violare senza sanzioni principi come sovranità, integrità territoriale e indipendenza di un altro Paese. Ha inoltre affermato che l'Italia si sta impegnando per trovare una soluzione pacifica che non premi l'aggressore, perché essa creerebbe un pericoloso precedente, e ha evidenziato la gravità dell'aggressione della Federazione ai danni di Kiev poiché il Paese invasore è membro permanente del Consiglio di sicurezza Onu.
Rispetto al conflitto in corso in Medio Oriente, invece, il capo dello Stato ha ricordato l'importanza di continuare a finanziare l'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, e ha affermato di unirsi "all'appello del Segretario Generale Guterres affinché siano evitate operazioni militari a Rafah per la drammaticità delle conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi". Il presidente ha poi ribadito la volontà di Roma di perseguire la soluzione dei due Stati, in una dinamica che garantisca anche la sicurezza di Israele. Legata alla guerra in corso a Gaza è anche la crisi nel Mar Rosso, che secondo Mattarella deve essere affrontata con fermezza per evitare la militarizzazione delle acque che rappresentano "domini che riguardano l'intera umanità".
Spazio nel discorso di Mattarella anche per l'Africa, dove "l'Italia guarda con profondo interesse alla promozione di un partenariato paritario ampio e articolato" con i vari Paesi nella consapevolezza che lo sviluppo del continente rappresenta un interesse comune a tutta l'Europa e un pilastro essenziale per affrontare con successo le numerose sfide del presente. Questa volontà, secondo il presidente della Repubblica, si è concretizzata sia nel summit Italia-Africa, sia nel lancio del Piano Mattei.
Il presidente ha toccato anche il tema della armi atomiche, sottolineando come "il quadro pattizio per il controllo degli arsenali nucleari, così faticosamente articolato negli scorsi decenni, è un patrimonio comune a tutti gli Stati" e che anche solo le minacce di utilizzarle mettono a rischio tutti i popoli del mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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