Putin, minaccia atomica. Test ai confini ucraini

Mosca: "Colpa delle provocazioni dell'Occidente. Rappresaglie possibili ai siti militari britannici a Kiev". Oggi lo Zar si insedia

Putin, minaccia atomica. Test ai confini ucraini
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Se la minaccia fosse un'arma reale, Putin ormai sarebbe disarmato. Ancora prima dell'invasione dell'Ucraina, il presidente russo aveva usato qualsiasi forma di minaccia verso chiunque osasse mettere in discussione le sue idee e il suo operato. Dall'inizio della guerra, il suo obiettivo è diventato tanto l'Ucraina quanto l'Occidente. E quale migliore minaccia globale di una possibile escalation nucleare? Già usata più volte, risulta comunque utile, se non altro per far scattare sull'attenti le quinte colonne pro-Russia in Europa. Ma anche per distogliere l'attenzione, dato che per Mosca, la colpa di quelle minacce arriva sempre da «provocazioni» da parte della Nato e dell'Occidente cattivo che, guarda un po', non accetta passivamente che uno stato sovrano venga invaso e distrutto. E così, Putin ha ordinato di condurre esercitazioni per testare l'uso di armi nucleari tattiche al confine con l'Ucraina e, secondo alcune fonti, starebbe pianificando un attacco dimostrativo alla città estone di Narva, questo sì che potrebbe portare a una vera escalation.

L'esercitazione, secondo il Cremlino, «è finalizzata a mantenere la prontezza dei militari e degli equipaggiamenti per l'uso in combattimento di armi nucleari tattiche al fine di garantire l'integrità territoriale e la sovranità della Federazione Russa in risposta alle dichiarazioni provocatorie e alle minacce di funzionari occidentali». Da manuale. Se non fosse sufficientemente chiaro, il portavoce dello Zar Dmitry Peskov aggiunge che «le dichiarazioni di Macron e Cameron sul possibile invio di truppe in Ucraina segnano una serie di tensioni senza precedenti», con la Russia che minaccia anche rappresaglie su siti militari britannici in Ucraina. Eh già, in Russia si limitano a rispondere agli attacchi altrui, e visto che «stanno crescendo le aspirazioni aggressive dei Paesi della Nato a minare la sicurezza della Federazione Russa», spiegano dal Cremlino, alla povera e indifesa Russia non resta che controbattere. E nel contempo, convocare l'ambasciatore francese e britannico a Mosca per una ramanzina, ovviamente minacciosa. «La retorica nucleare della Russia è pericolosa e irresponsabile. La Nato rimane vigile. La nostra deterrenza collettiva e la nostra posizione di difesa continueranno a garantire che ogni centimetro del territorio alleato sia protetto», è la replica della Nato che ribadisce il suo sostegno di Kiev e del suo diritto all'autodifesa. «È il solito ricatto, una pratica comune per Mosca», ha commentato il portavoce del ministero della Difesa ucraino Andrei Yusov.

Il giorno scelto da Mosca per portare avanti l'ennesima minaccia non è casuale. Oggi infatti è prevista la cerimonia di insediamento di Putin a seguito delle ultime elezioni farsa in Russia. Il ministero degli Esteri ucraino ha chiesto all'Occidente di non riconoscere l'esito delle elezioni mentre il Ppe ha invitato a boicottare l'evento e il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha ribadito la netta contrarietà all'eventuale invio di truppe a Kiev, ha detto che l'incaricato d'affari a Mosca (la nuova ambasciatrice non è ancora formalmente operativa) non parteciperà alla cerimonia. Una tensione palese nei rapporti con Mosca che si materializzerà anche alla parata militare del 9 maggio, quando la Russia celebrerà la vittoria nella seconda guerra mondiale.

Oltre a essere in tono minore per il rischio attentati, saranno presenti solo rappresentanti di Paesi amici come Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan, con inviti che sono stati recapitati anche ai presidenti di Cuba, Laos e Guinea-Bissau. Non esattamente potenze mondiali. Non proprio amicizie di cui vantarsi.

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