Se l'europeismo arriva da Marte

"Mega" è la proposta più europeista che sia stata avanzata negli ultimi anni e non l'ha fatta un europeo, bensì un miliardario sudafricano con cittadinanza canadese e naturalizzato statunitense che pensa di colonizzare Marte

Se l'europeismo arriva da Marte
00:00 00:00

L'alieno Elon Musk suona la sveglia a una sonnolenta Europa. Di fronte all'ultima dichiarazione del patron di Tesla c'è già qualcuno che si lamenta, denuncia l'ennesima ingerenza e si indigna come se gli si potesse tappare la bocca persino su X, cioè sul social network che si è comprato alla non popolare cifra di 44 miliardi di dollari per poter dire tutto ciò che gli passa per la testa. Invece ci sarebbe da riflettere e avere paura più della nostra passività che del suo iperattivismo. L'ultima cosa che gli è passata per la testa, appunto, è «Mega», acronimo di «Make Europe great again»: «Rendi l'Europa di nuovo grande», il calco dello slogan della campagna elettorale di Donald Trump trasportato nel Vecchio Continente. «Gente, unitevi al movimento Mega», ha scritto l'uomo più ricco del mondo sul suo profilo social, raccogliendo più di 60 milioni di visualizzazioni in poche ore. La proposta-provocazione arriva poco dopo la durissima polemica dell'imprenditore con il primo ministro britannico Keir Starmer e il rumoroso endorsement per l'AfD, il partito della destra radicale tedesca. Un Musk sempre più politico, sempre più interventista e sempre più europeo. Ma il problema è un altro: la boutade muskiana mette alla berlina l'inettitudine politica di un'Unione sempre più divisa, lontana dallo spirito dei tempi e dalle richieste dei cittadini. Paradosso per paradosso:

«Mega» è la proposta più europeista che sia stata avanzata negli ultimi anni e non l'ha fatta un europeo, bensì un miliardario sudafricano con cittadinanza canadese e naturalizzato statunitense che pensa di colonizzare Marte e crede in un futuro multiplanetario.

«Mega», «Rendere l'Europa di nuovo grande», cioè immaginare un Vecchio Continente unito non solo economicamente, ma anche politicamente e militarmente nella difesa dei tanti interessi comuni, perché in un mondo di superpotenze, divisi non si va da nessuna parte e, al momento, il peso politico di Bruxelles sullo scenario internazionale sembra più micro che mega.

Un'idea talmente ovvia e banale che poteva venire solo a chi non è assordato dalla canea dei campanilismi di un'anziana Europa che ha smesso di credere nel futuro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica