Politica snobbata a Rimini ma i ciellini restano a destra

nostro inviato a Rimini

Si sono tenuti talmente fuori dal teatrino della politica, che sono riusciti a influenzarlo. Gli organizzatori del Meeting lo dicono chiaramente: l’edizione 2010 è stata quella della voglia di ripresa che non è «voglia di fare da spettatore alle alchimie politiche», come ha spiegato la presidente Emilia Guarnieri nella conferenza stampa conclusiva. E ieri, chiuse le porte della Fiera di Rimini, potevano anche permettersi il lusso di vantarsi e rivelare che l’idea di far passare in secondo piano le beghe della maggioranza e le «ammucchiate» dell’opposizione, dando spazio a una serie argomenti e progetti che covavano sotto la cenere, loro, se l’erano messa in testa fin dall’inizio.
Sfida impegnativa, obiettivo raggiunto: con gli interventi alla fiera di Rimini, Comunione e liberazione ha monopolizzato l’attenzione del Paese, esercitando una influenza anche nell’agenda del governo. Perché se è vero che non c’è stato spazio per nessuna «strumentalizzazione», come ha rivendicato Guarnieri, è anche vero che il cuore politico dei ciellini, i giovani, nati per lo più negli anni Novanta, batte a destra come quello dei loro nonni di Gioventù studentesca, associazione lanciata alla fine degli anni Cinquanta da Don Giussani. O meglio, batte per tutto il centrodestra e anche per la Lega, come dimostra il successo ottenuto dalla seconda visita di Luca Zaia, oggi governatore veneto e, nella passata edizione, ministro delle Politiche agricole. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani è stato accolto come un amico di vecchia data, ma - spiegavano venerdì esponenti di Cl - per spirito ecumenico. Pochi i simpatizzanti e gli elettori democratici. Se non fosse stato così, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti non avrebbe scelto il Meeting per elencare, poche ore dopo il vertice Lega-Pdl, i capitoli sui quali si concentreranno gli sgravi fiscali (famiglia, lavoro, ricerca), che il governo ha messo in agenda per i prossimi tre anni. E il responsabile del Lavoro Maurizio Sacconi non avrebbe rilanciato dalla ribalta ciellina l’agenda bioetica.
L’altro piede, Cl l’ha piazzato nella staffa di quelli che, semplificando, si possono chiamare poteri forti. Emma Marcegaglia, Corrado Passera, Cesare Geronzi e Paolo Scaroni hanno spiegato quale è la loro idea per fare ripartire il Paese e non a caso è molto simile a quella di Cl: un’economia più umanizzata. L’evento clou è arrivato per vie traverse. L’incontro con l’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne è quasi casuale. Il manager italo canadese non sapeva nulla di Cl, né si può dire che sia un cattolico militante. Il punto in comune è l’idea di nuove relazioni industriali, più partecipate, dove i lavoratori siano protagonisti di progetti importanti, ma si assumano anche una parte del rischio e i datori possano contare sulla complicità di dipendenti che non li giudicano con la lente della lotta di classe, ma in cambio li rendano partecipi dei risultati. Idea che è forte nella Cisl di Raffaele Bonanni, altro punto di riferimento di Cl. Obiettivo raggiunto anche sull’internazionalizzazione del Meeting. Tra i 3.193 volontari, tanti stranieri da 20 Paesi diversi. I visitatori, quasi 800mila, erano di 29 nazionalità e hanno potuto assistere a 130 incontri, 8 mostre e 35 spettacoli. Diverse anche le fedi ospitate. Monaci buddhisti e uno Shabbat ebraico celebrato in fiera dal professor Joseph Weiler, ebreo che ha difeso in Europa il diritto dell’Italia a tenere il crocifisso negli uffici pubblici.

Al Rimini c’è stato anche un po’ di Islam, tanto che prossimamente il Meeting si sposterà per qualche giorno al Cairo, dove si terranno convegni e mostre, in collaborazione associazioni locali, anche musulmane.
Come tradizione, i ciellini già pensano alla prossima edizione del Meeting e hanno rivelato il titolo: «E l’esistenza diventa una immensa certezza». Appuntamento tra il 21 e il 27 agosto 2011.

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