Enrico Letta gonfia il petto e, colto l'assist del giornalista di Die Zeit, dà la zampata all'avversaria. "Giorgia Meloni è un grande pericolo per l'Italia". Allarmismo da esportazione. "Sennò arrivano le destre" è il succo. O meglio: "Con quella torna il fascismo". Slogan da bar urlati ai quattro venti. Che però, in un'estate coi condizionatori accesi a tutto spiano, finiscono per spargere fango dappertutto. Gli schizzi sono arrivati fino in Germania dove il segretario piddì se ne è uscito con un'intervista dai toni tanto surreali quanto violenti in cui, dopo undici anni di dannosi governi di sinistra mai eletti dagli italiani, si è messo a sproloquiare sui rischi per la democrazia con il centrodestra al governo.
Alla Meloni Letta rinfaccia gli "stretti rapporti coi politici che vogliono indebolire l'Europa". Eppure a minare proprio la tenuta dell'asse occidentale (guarda un po') sono stati quei Cinque Stelle con cui il segretario dem sogna ancora andare a braccetto. Nell'intervista, invece, se ne dimentica e rivanga gli "ottimi legami" tra FdI e il premier Viktor Orban, la leader del Rassemblement National francese Marine Le Pen e la formazione di estrema destra spagnola Vox. Nomina persino Donald Trump, senza tener conto dell'endorsement dell'ex presidente Usa per "Giuseppi" Conte, l'amerikano con spiccate simpatie per Pechino e Mosca. Uno strano strabismo, quello di Letta, che sempre alla Meloni rinfaccia di "negare il cambiamento climatico" ma poi va a braccetto coi campioni dei pesi massimi del No-a-tutto che, a furia di barricate, anziché salvare il pianeta lo stanno mandando in malora.
"Se l'Italia, uno dei grandi Paesi d'Europa, si orbanizza con un governo guidato da Meloni sarebbe un grande pericolo per il Paese, ma anche per l'Europa". Questa la sentenza ultima del giudice supremo piddino. E se l'attacco sul quotidiano tedesco fa inorridire, le parole pronunciate questa mattina ai candidati piddì, durante una riunione tenuta via Zoom, sono probabilmente peggiori. "Per fermare la destra e evitare il rischio democrazia - dice Letta - c'è solo il voto per il Pd e per la lista Italia democratica e progressista". Ce l'ha col Rosatellum, la legge elettorale proposta e votata dal Partito democratico. "Col 43% dei voti la destra potrebbe arrivare al 70% dei seggi in Parlamento". E aizza: "Abbiamo 17 giorni per cambiare la storia del nostro Paese ed evitare che l'allarme per la democrazia italiana diventi realtà".
Il vero rischio per la democrazia, in realtà, ce lo abbiamo in casa da undici anni. Ne ha parlato settimane fa anche Silvio Berlusconi sottolineando come le legislature rosse "hanno portato a una profonda anomalia del sistema democratico". Quello guidato dal Cavaliere nel 2008 e caduto tre anni dopo con l'arrivo di Mario Monti è stato infatti "l'ultimo governo scaturito da una scelta degli elettori".
Sentire, quindi, dire da Letta che, se il centrodestra vince le elezioni, la democrazia viene messa a rischio e per il Paese si crea un "grande pericolo", non solo fa strabuzzare gli occhi ma svela ancora una volta i piani della sinistra: fermare con ogni mezzo l'avversario nella speranza di tornare al governo pur non avendo i voti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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