L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto il proprio endorsement per le elezioni Politiche italiane: il leader dei Repubblicani statunitensi ha lasciato intendere di confidare in un buon risultato dell'ex «avvocato degli italiani» Giuseppe Conte. E così la competizione politica del Belpaese arriva ad interessare anche una platea internazionale. La presa di posizione è arrivata con un commento rilasciato a Repubblica. «Ho visto, ho visto - ha esordito The Donald, riferendosi all'imminenza dell'appuntamento elettorale in Italia - . Come sta andando il mio ragazzo?». Il tycoon ha definito «mio ragazzo» il capo grillino. Lo stesso esponente politico con cui l'ex vertice USA, specie durante la fase del governo gialloverde, è sembrato avere una comunione d'intenti. La stessa fase in cui, prima della trasformazione in «punto di riferimento fortissimo dei progressisti» - come il governatore del Lazio Nicola Zingaretti chiamava Conte (Zingaretti ora invece ci tiene a ricordare come il Movimento 5 Stelle non sia un partito di sinistra) - , rivendicava volentieri l'impostazione populista. «Quando qualcuno ci accusa di sovranismo e populismo - affermava l'avvocato originario di Volturara Appula, nel corso dell'Assemblea Onu, a New York, nel settembre del 2018 - amo sempre ricordare che sovranità e popolo sono richiamati dall'articolo 1 della Costituzione italiana, ed è esattamente in quella previsione che interpreto il concetto di sovranità e l'esercizio della stessa da parte del popolo». Argomenti che sarebbero poi scomparsi con il rimescolamento della maggioranza in Parlamento e la nascita dell'esecutivo giallorosso. Toni che Giuseppi avrebbe rispolverato invece quando - una volta compresa la necessità elettorale di differenziarsi in misura maggiore dal Pd - non si sarebbe sbilanciato in favore di Emmanuel Macron ai tempi del ballottaggio con Marine Le Pen per le presidenziali transalpine. «Ho lavorato bene con lui, spero che faccia bene», rimarca oggi l'ex inquilino della Casa Bianca, che ai tempi cinguettò per Giuseppi. «Non lo so, non lo so - aggiunge Trump su Salvini - . Però Conte è davvero una gran brava persona». L'ex «avvocato degli italiani», non senza camaleontismo, modifica la narrativa sulla caduta dell'esecutivo Draghi: «Non era nei nostri piani, non era tra i nostri obiettivi. Nei nostri piani c'era solo la volontà di un'interlocuzione sui nostri punti», ha dichiarato ieri sera, ospite di Porta a Porta.
Poi arriva una specificazione: «Noi non abbiamo tolto la fiducia, noi Draghi lo abbiamo avvertito per tempo, coerentemente con quel che avevamo sostenuto». Conte, il populista, è tornato. O meglio non se n'è mai andato.
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