Le aule trasformate in trappole, maestri e professori che diventano mostri. È tra i muri di scuola che spesso si compiono gli abusi più odiosi, quelli che costringono a volte le vittime a tacere per mesi, per vergogna o paura di non esser credute.
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma nei giorni scorsi hanno arrestato un maestro di scuola materna, di 25 anni, ritenuto responsabile di aver abusato delle sue piccole alunne. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Roma Clementina Forleo, su richiesta dei pm Francesca Passaniti ed Eleonora Fini, si basa sugli accertamenti compiuti dai militari, a seguito delle denunce presentate da alcuni genitori, preoccupati di quanto raccontavano le bimbe al rientro da scuola. È emerso che il maestro, durante le lezioni all'interno della classe, «induceva le minori, di età compresa tra i 3 e i 5 anni, a subire ripetuti atti di molestie sessuali, approfittando dell'ingenuità e della tenera età delle vittime».
Il giovane, che era stato assunto a ottobre per insegnare inglese, durante l'interrogatorio di garanzia venerdì scorso ha respinto le accuse e chiesto i domiciliari, che gli sono stati negati: telecamere installate nelle classi hanno confermato gli abusi.
Ed ad Avellino è finito in prigione un professore di circa 40 anni per violenza sessuale aggravata e stalking nei confronti di una studentessa minorenne. Le indagini sono scattate dopo che la stessa vittima si era rivolta ai carabinieri.
In base alla ricostruzione fatta dagli investitori da tempo l'uomo seguiva la ragazza a bordo del pullman che prendeva per tornare a casa da scuola, guardandola insistentemente e palpeggiandola, approfittando della ressa all'interno del mezzo. La minorenne si è accorta che l'uomo aveva rivolto le sue attenzioni anche a un'altra studentessa di un altro istituto scolastico e solo successivamente ha scoperto che insegnava nella sua scuola. Così ha confidato tutto a una sua insegnante che ha contattato i genitori e il dirigente scolastico, informandoli delle molestie.
Il quarantenne per qualche mese ha smesso, fino al giorno in cui si è seduto accanto alla vittima nel pullman senza proferire parola. Durante il viaggio la ragazza impaurita da quella presenza, è stata confortata via sms da un amico che ha assistito alla scena.
Dopo quest'ultimo episodio la minorenne ha raccontato tutto ai genitori che hanno sporto denuncia. E l'Arma ha scoperto che lui aveva pedinato anche un'altra allieva fino alla sua abitazione. A quel punto per lui sono scattate le manette.
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