
Con la morte del Papa la figura più importante nella Chiesa cattolica diventa il camerlengo, il cardinale che presiede la Camera Apostolica, ovvero il cardinale statunitense, di origine irlandese Kevin Joseph Farrell, 77 a in carica dal 14 febbraio 2019. A lui spettano una serie di compiti di grande importanza. Prima di tutto accertare ufficialmente la morte del Pontefice, poi curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede durante la «sede vacante» e, successivamente, assicurare durante il conclave la massima riservatezza delle operazioni di voto.
Il camerlengo appena ricevuta la notizia della morte, deve accertare ufficialmente - chiamandolo tre volte - la morte del pontefice alla presenza del maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, dei prelati chierici e del segretario e cancelliere della stessa camera apostolica, il quale compila il documento o atto autentico di morte. Per la prima volta con papa Francesco questa cerimonia avviene per la prima volta nella cappellina di Santa Marta.
Spetta al camerlengo anche apporre i sigilli allo studio e alla camera del Pontefice, disponendo che il personale che abitualmente dimora nell'appartamento privato vi possa restare fino a dopo la sepoltura del Papa, quando l'intero appartamento pontificio sarà sigillato. Ieri Farrell ha anche comunicato la morte del pontefice al cardinale vicario per Roma, il quale ne ha dato notizia al popolo romano con speciale notificazione, e anche al cardinale Arciprete della Basilica Vaticana.
Il camerlengo prende poi possesso del Palazzo Apostolico Vaticano e, personalmente o per mezzo di un suo delegato, dei Palazzi del Laterano e di Castel Gandolfo, e ne esercita la custodia e il governo. Deve inoltre stabilire, ascoltati i cardinali capi dei tre ordini, tutto ciò che concerne la sepoltura del Pontefice, a meno che questi da vivo non abbia manifestato le sua volontà. Il camerlengo ha anche la responsabilità che per tutto il conclave, dall'inizio delle operazioni fino al pubblico annuncio dell'avvenuta elezione del nuovo pontefice, i locali della Casa di Santa Marta e in particolare della Cappella Sistina e gli ambienti destinati alle celebrazioni liturgiche, restino chiusi alle persone non autorizzate.
Il camerlengo, assistito da tre cardinali, vigila perché le operazioni di votazione nella Cappella Sistina, avvengano con la massima regolarità. In particolare, ricorrendo anche a due tecnici di fiducia, tutela la segretezza, accertando che nessun mezzo di ripresa o di trasmissione audiovisiva sia immesso da chiunque nei locali dove si svolge l'elezione. Alla fine dell'elezione il camerlengo deve stendere una relazione, che i tre cardinali assistenti devono approvare, per dichiarare l'esito delle votazioni di ciascuna sessione.
Questa relazione sarà consegnata al papa e poi sarà conservata nell'apposito archivio, chiusa in una busta sigillata, che non potrà essere aperta da nessuno, se il pontefice non l'avrà permesso esplicitamente. Se le votazioni non avranno esito, i cardinali elettori saranno invitati dal camerlengo ad esprimere parere sul modo di procedere.
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