New York. Usa e Taiwan avviano le trattative per rafforzare i legami commerciali e scatenano l'ira della Cina, rischiando di infiammare ulteriormente la tensione già alle stelle. Washington e Taipei hanno raggiunto l'intesa per dare il via a negoziati su un nuovo patto commerciale e di investimento, affermando di voler raggiungere accordi con «risultati economicamente significativi». Il primo round di trattative - secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg citando l'ufficio del rappresentante per il Commercio americano - è in calendario all'inizio di autunno. I due Paesi hanno presentato l'iniziativa Usa-Taiwan sul commercio del XXI secolo a giugno, pochi giorni dopo che l'amministrazione di Joe Biden ha escluso l'isola dal suo piano economico incentrato sull'Asia, progettato per contrastare la crescente influenza del Dragone. I negoziati riguarderanno 11 aree, tra cui clima, agricoltura e digitale, «rafforzeranno i nostri rapporti commerciali e di investimento, porteranno avanti le priorità comuni sul fronte commerciale, promuoveranno l'innovazione e la crescita economica inclusiva per i lavoratori e le imprese», come ha spiegato l'ufficio del rappresentante per il Commercio Usa. Una eventuale intesa, tuttavia, non sarà un accordo di libero scambio su cui invece puntava l'isola, ma si tratta comunque di una mossa importante per mantenere aperte le comunicazioni. Entrambe le parti discuteranno anche dei modi per affrontare la «coercizione economica» della Cina, ha aggiunto il rappresentante commerciale di Taiwan John Deng: «Tutti possono vedere che Pechino è impegnata in una coercizione economica nei confronti non solo di Taiwan, ma anche degli Stati Uniti e di molti altri Paesi, il che è dannoso per l'ordine economico mondiale». L'annuncio in ogni caso è destinato ad alimentare le tensioni tra Washington e Pechino, tensioni peraltro già altissime dopo la visita della speaker della Camera Nancy Pelosi a Taipei all'inizio del mese. Il Dragone, tramite la portavoce del ministero del Commercio Shu Jueting, ha già detto che si oppone con forza ai colloqui commerciali tra Stati Uniti e Taiwan, e adotterà «tutte le misure necessarie per salvaguardare con decisione sovranità, sicurezza e interessi di sviluppo». «La politica dell'Unica Cina è un prerequisito per la partecipazione di Taiwan alla cooperazione economica con i Paesi esteri», ha aggiunto Shu, ribadendo che Pechino «si oppone sempre a ogni forma di scambio ufficiale tra qualsiasi Paese e la regione cinese di Taiwan, compresi i negoziati e la firma di accordi con connotazioni sovrane o di natura ufficiale». «La parte statunitense - ha proseguito la portavoce - dovrebbe attenersi al principio dell'Unica Cina, attuare seriamente l'impegno assunto di non sostenere l'indipendenza di Taiwan, gestire con prudenza le relazioni economiche e commerciali con Taipei e rispettare pienamente gli interessi fondamentali della Cina». Taiwan, intanto, ha mobilitato i suoi nuovi jet da combattimento più avanzati, gli F-16V, in una prova di forza effettuata con un ciclo di esercitazioni notturne dopo le maxi manovre della Cina intorno all'isola in risposta alla visita di Pelosi.
Il ministero della Difesa ha riferito che le operazioni puntavano a simulare un assetto strategico contro un'invasione della Cina, mentre gli F-16V schierati erano dotati di missili anti-nave Harpoon di fabbricazione Usa per testare la «prontezza al combattimento». Sempre il ministero della Difesa ha riferito di aver rilevato 6 navi da guerra e 51 aerei da combattimento cinesi intorno all'isola.
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