L' Italia è sempre più isolata. I nostri vicini e amici europei hanno dato una stretta ai confini. Le code di camion verso il confine austriaco del Brennero hanno raggiunto i 90 km ieri mattina, ma su tutte le nostre frontiere terrestri troviamo blocchi e disagi. Austria e Slovenia se ne infischiano di Schengen e, senza comunicare nulla a Bruxelles, hanno deciso di alzare un muro. E questo sta creando gravi problemi, non solo alla circolazione, ma anche al nostro import-export. Secondo la Coldiretti sono a rischio oltre 44 miliardi di esportazioni agroalimentari a causa dei vincoli alle frontiere.
«Quello che sta accadendo ai nostri prodotti alimentari bloccati ai confini ha ripercussioni non solo sul traffico leggero, ma sul trasporto delle merci deperibili, che rischiano di paralizzare l'intera filiera agroalimentare hanno scritto i senatori della Lega in una nota - Un giro d'affari che vale il 25% del Pil nazionale e offre lavoro a oltre 3,8 milioni di persone. È gravissimo perché di fatto si interrompono le relazioni di interscambio, in violazione dei trattati europei».
Sulla questione è scesa in campo anche Confindustria, che ha chiesto al Governo e alla Commissione Ue di intervenire urgentemente. «Stiamo assistendo alla più sconfortante dimostrazione dell'assenza dell'Europa, che tutta insieme subisce danni incalcolabili per il comportamento ingiustificabile e vessatorio di un piccolo governo regionale», sono le dure parole di viale dell'Astronomia. Il governo si è attivato immediatamente sia con Bruxelles sia a livello diplomatico con i Paesi interessati. E il traffico sui confini un po' alla volta ha cominciato a snellirsi.
Oggi c'è un'altra categoria che, oltre al personale sanitario, è in trincea, quella degli autotrasportatori, che ogni giorno assicurano i rifornimenti di prima necessità ad alimentari, supermercati, farmacie e ospedali. «In questi giorni siamo esposti per primi ai rischi, eppure in alcuni casi non ci vengono garantiti nemmeno i servizi primari. La chiusura degli autogrill alle ore 18 ne è un esempio, a fine serata tanti autisti non trovano un posto per fare una doccia o dove potersi rifocillare e nemmeno utilizzare i servizi igienici durante la sosta. Tutto questo è inaudito», ha affermato la Confartigianato Trasporti di Pistoia.
Ma i problemi non toccano solo il trasporto su gomma. L'Austria ha chiuso tutti i voli e le partenze dei treni per l'Italia. E la Slovenia l'ha seguita a ruota. Il traffico ferroviario si è ridotto anche con la Svizzera che ha cancellato i treni per Venezia, lasciando attiva la tratta per Milano, ma senza fermate intermedie. Riduzione dei convogli anche a livello nazionale, naturale conseguenza dei pochi viaggiatori. Le immagini delle stazioni desolatamente vuote sono emblematiche. Anche il trasporto aereo sta subendo drastiche riduzioni dopo le tante cancellazioni di voli dall'estero. Gli aeroporti cominciano a ridimensionarsi, a partire da Fiumicino, che chiuderà il terminal 1, Malpensa, che fermerà il satellite centrale del terminal 1. Chiuso lo scalo di Linate, stessa sorte potrebbe toccare a Ciampino. Ma il governo sta valutando di fermare pure gli aeroporti di Orio al Serio, Verona, Firenze, Reggio Calabria e Brindisi.
Note dolenti anche per il trasporto locale. A Milano c'è stato un calo del 70% dei passeggeri, per esempio, e l'azienda di trasporti ha deciso di diminuire del 20% il servizio su tutta la rete questa settimana e del 40% la prossima.
In Toscana il calo è stato del 60%, ma è un trend ormai comune a tutte le città italiane. Per non parlare dei taxi. Dalle stazioni ai parcheggi in città, si possono vedere lunghe file di auto ferme con i tassisti sconsolati che non trasportano più nessuno.
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