"Prepararsi a tutti gli scenari". L'allarme Ue sulla bomba migranti

Ylva Johannson, commissario Ue agli affari interni, non ha dubbi: "La crisi in Afghanistan porterà a un amento della pressione migratoria"

"Prepararsi a tutti gli scenari". L'allarme Ue sulla bomba migranti

L'allarme immigrazione è oramai conclamato. A confermarlo nelle scorse ore è stata la stessa commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson. I recenti sviluppi in Afghanistan porteranno a un importante aumento di migranti verso l'Europa.

Le parole pronunciate dall'esponente dell'esecutivo comunitario non lasciano spazio a dubbi o interpretazioni. “L'instabilità in Afghanistan – si legge nelle dichiarazioni rilasciate durante una video conferenza con gli altri ministri dell'Interno dell'Ue – porterà probabilmente ad un'accresciuta pressione migratoria, ci stiamo preparando quindi per tutti gli scenari”.

L'arrivo dei Talebani a Kabul e la loro avanzata in tutte le principali città afghane sta già comportando un importante aumento dei flussi migratori nei Paesi vicini. Soprattutto nel confinante Iran, da cui poi i migranti sperano di raggiungere la Turchia e, da qui, l'Europa. Le autorità di Ankara hanno rilevato centomila ingressi irregolari di cittadini afghani da quando è iniziata a luglio l'ultima offensiva talebana.

Segno di come evidentemente la pressione lungo le frontiere è già in essere e a breve potrebbe riguardare anche il Vecchio Continente. Nei giorni scorsi si è parlato di potenziali due milioni di profughi dall'Afghanistan. Non si tratterebbe di migranti economici, bensì di gente che scappa di reali potenziali pericoli.

Dai collaboratori delle forze occidentali, passando per gli attivisti e per le donne impegnate socialmente. Sono queste le principali categorie che temono ritorsioni e discriminazioni da parte dei talebani. La calca di questi giorni all'aeroporto di Kabul è soltanto la punta di un iceberg in tal senso. È da ogni parte dell'Afghanistan che si starebbe provando a fuggire il prima possibile.

La possibile strategia Ue

Ylva Johannson prova a mettere in piedi un piano per le prossime settimane. “Bisogna impedire alle persone di dirigersi verso la Ue passando per rotte insicure, irregolari e incontrollate” è il suo pensiero. Impedire il passaggio in Europa tramite rotte irregolari vuol dire farsi carico adesso dei profughi. Ma in che modo? Il commissario ha parlato sia di corridoi umanitari, ma anche di aiuti ai Paesi confinanti con l'Afghanistan, concetto quest'ultimo molto caro soprattutto ad Angela Merkel.

Importante sarà lavorare a stretto contatto con i Paesi della regione – ha aggiunto infatti Johannson – L'instabilità porterà a maggiore pressione migratoria”. L'idea potrebbe essere quella di favorire le azioni di accoglienza di Paesi limitrofi dell'area centroasiatica. In questa maniera migliaia di persone eviterebbero di intraprendere i viaggi della speranza verso l'Europa.

Per le persone più fragili poi potrebbero essere intensificati i ponti aerei. Fin qui la linea teorica. Per quella pratica l'impressione è che occorrerà ancora molto tempo, come da (cattiva) tradizione dell'Ue.

Alcuni Paesi potrebbero essere favorevoli a una ripartizione in quote, altri invece ad assicurare accoglienza a gruppi ristretti di persone. La crisi umanitaria intanto avanza e potrebbe surriscaldare ulteriormente anche il clima politico.

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