La fase clou degli Stati Generali che ufficializzeranno il trapasso del M5s delle origini comincia con le polemiche sulla mancanza di trasparenza. Dimostrazione lampante di una mutazione già avvenuta nei fatti. E da molto tempo. Così accade che la vigilia della due giorni nazionale del primo congresso dell'ex Movimento dello streaming sia funestata dalle accuse di aver secretato i risultati del voto sui trenta «superdelegati» chiamati a intervenire domani durante il dibattito finale. «Hanno paura che Di Battista abbia preso più voti di Di Maio», insinuano dal cerchio magico del Dibba. «Fanno così perché loro hanno fatto confluire tutti i voti su Di Battista, sulla Laricchia e sulla Grillo», rispondono dal correntone dei governativi. In un M5s dove ogni scusa è buona per accapigliarsi, l'ultimo pomo della discordia sono le preferenze ottenute su Rousseau dai trenta prescelti che parleranno nella giornata conclusiva degli Stati Generali. Comincia Nicola Morra, senatore e presidente della Commissione Antimafia, tradizionalmente un battitore libero nella geografia dei Cinque Stelle. «Noi un tempo eravamo quelli dello streaming e della trasparenza. Perché non possiamo sapere, ora, quante preferenze siano state ottenute dai candidati eletti e non? Sono ingenuo, lo so...», scrive il parlamentare sul suo profilo Facebook. Ed ecco Barbara Lezzi, ex ministro gialloverde, molto vicina alle posizioni di Di Battista: «Per iniziare bene la nostra tappa conclusiva, è il caso di dimostrare immediatamente che il nostro principio di trasparenza non è arrivato al capolinea pubblicando prima di sabato i voti che ogni partecipante ha ricevuto». Numeri che però si conosceranno soltanto a congresso ampiamente concluso. Probabilmente prima di Natale, quando saranno eletti i rappresentanti che faranno parte del nuovo organo collegiale che guiderà il M5s. A capo dovrebbe essere designato un primus inter pares e le ultime indiscrezioni portano tutte a Di Maio. Ma anche Di Battista potrebbe sedere nell'organismo di vertice.
Il capo politico Vito Crimi non risponde alle accuse di poca trasparenza e attraverso il Blog delle Stelle parla degli Stati Generali come di un momento di «ripartenza» del M5s. E annuncia: «Dopo gli stati generali darò mandato ai coordinatori tematici del team del futuro di avviare una serie di assemblee tematiche», con lo scopo di «costruire un'agenda del Paese post-Covid targata M5s». Domani oltre ai 30 delegati interverrà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con un collegamento in diretta. Mentre ancora non ci sono conferme sulla presenza di Beppe Grillo, che potrebbe inviare un videomessaggio registrato. Assente Davide Casaleggio.
E rimane sullo sfondo la partita sul limite dei due mandati. Il vero snodo per il futuro del M5s, come riportato ieri dal Giornale. A infiammare gli animi nelle chat dei parlamentari l'annuncio del viceministro dei Trasporti Giancarlo Cancelleri, due volte eletto all'assemblea regionale e pronto a correre per la terza volta come governatore della Sicilia. «Quindi ora si possono fare più di due mandati?», si chiedono in chat.
Secondo quanto riferisce l'AdnKronos la deputata Valentina Corneli ha commentato la notizia con un «abbattetelo» all'indirizzo di Cancelleri. Provocando la dura reazione della sorella del viceministro, la deputata Azzurra. Ma c'è da scommettere che non sarà l'ultima lite sul tetto dei due mandati.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.