Anche Svetlana Aleksievic, l'ultimo dei sette membri del comitato direttivo dell'opposizione bielorussa ancora in libertà, ha lasciato il Paese. La premio Nobel 2015 per la Letteratura, ha spiegato una sua collaboratrice, è partita per la Germania per cure mediche programmate da tempo, parteciperà poi a una fiera del libro in Svezia e sabato si recherà in Sicilia per ricevere un premio. L'autrice di Preghiera per Cernobyl, che ha 72 anni, avrebbe in programma di fare ritorno a Minsk tra un mese e non intende venir meno al suo impegno politico. Sembra però improbabile che Aleksandr Lukashenko, che pochi giorni fa si è insediato alla presidenza della Bielorussia con una cerimonia segreta per evitare contestazioni di piazza, non colga l'occasione per cercare di impedire il rimpatrio alla celebre scrittrice. Si tratterebbe, se il gioco gli riuscisse, di una mossa quasi vincente, in quanto lo status internazionale prestigioso della Aleksievic impedisce di fatto alle sue forze di sicurezza di riservarle lo stesso brutale trattamento inflitto agli altri appartenenti all'organismo di vertice dell'opposizione, che sono stati tutti espulsi con la forza dalla Bielorussia tranne Maria Kolesnikova, che essendosi rifiutata di attraversare il confine ucraino stracciando il proprio passaporto è stata imprigionata nel suo stesso Paese.
Svetlana Aleksievic rappresenta in questo momento il simbolo più nobile della resistenza del popolo bielorusso, che da oltre 50 giorni continua a manifestare a rischio della propria libertà e incolumità contro la vittoria elettorale truffaldina di Lukashenko alle presidenziali del 9 agosto: ancora domenica scorsa migliaia di persone hanno affollato le strade di Minsk e ci sono stati altri 200 arresti. L'altra figura simbolica dell'opposizione ancora in libertà è Svetlana Tikhonovskaja, che però ha dovuto prendere la via dell'esilio in Lituania per evitare l'arresto. La moglie del più accreditato sfidante di Lukashenko, improvvisatasi candidata al suo posto dopo che il marito era stato arrestato e proclamatasi vincitrice, si è rivolta al presidente francese Emmanuel Macron, atteso in questi giorni in visita ufficiale di due giorni in Lituania e Lettonia, chiedendogli di svolgere un ruolo di mediatore per risolvere la crisi bielorussa. «Forse potrà convincere Putin a partecipare a questa mediazione», ha detto Tikhonovskaja.
Macron le ha promesso di incontrarla «se me lo chiederà» e ha assicurato che a Vilnius e a Riga affronterà ai massimi livelli la questione di un potere «che pretende di risolvere con la forza un problema di democrazia».RFab
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