Per ventiquattro ore l'Italia intera si aggrappa a quel sorriso gentile. Il volto di Valeria Solesin, diffuso nelle fotografie affidate al web nella speranza di ritrovarla, diventa quello di una figlia, di una sorella, di un'amica. Quella ragazza di 28 anni, originaria di Venezia, un'intelligenza fine che l'ha portata alla Sorbona con un dottorato in Demografia, e un istinto generoso che per anni ne ha fatto una volontaria di Emergency, raffigura il bello di un Paese. Era al Bataclan, ma non può essere finita in quell'orrore. Qualcuno dice di averla vista ferita. Allora la si pensa in qualche ospedale, impossibilitata a comunicare. Ieri invece finisce tutto con una telefonata del consolato italiano nella capitale francese, che nella notte raggiunge i genitori di Valeria. La loro figlia è tra le vittime del massacro. La drammatica ufficialità arriverà solo nel pomeriggio, quando il riconoscimento del corpo da parte dell'ambasciatore italiano a Parigi, Giandomenico Magliano, e del console generale Andrea Cavallari, accerta che la giovane giace al di là del vetro dell'obitorio di Place Mazas. «Dopo un'attesa lunga abbiamo potuto vedere la salma - spiega Cavallari -. Alla luce degli elementi riscontrati che corrispondono con quanto ci era stato segnalato dai familiari possiamo dire che c'è una corrispondenza». Nel cuore ormai è già sceso il buio.Papà Alberto ha un filo di voce, quando scende per qualche minuto dalla casa di Venezia, nel sestiere Cannaregio, per dire che «nostra figlia è morta». Parla allora la mamma, Luciana Milani. A Parigi, racconta la mamma, «aveva lavorato anche seguendo i barboni della città, questo dice tutto, dimostra la sua voglia di conoscere in tutte le sfaccettature le realtà che andava a studiare e frequentare». Il Paese piange la sua vittima italiana. Uccisa «da mano barbara, fomentata dal fanatismo e dall'odio contro la nostra civiltà, i suoi valori di democrazia, di libertà e di convivenza» scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo cordoglio alla famiglia, «sapendo che nulla potrà lenire il vostro grandissimo e composto dolore. Era figlia d'Italia e figlia d'Europa». Per il premier Renzi «non ci sono parole, faremo di tutto per ricordare questa giovane ricercatrice. Penseremo con la famiglia un modo, magari una borsa di studio». E intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla morte di Valeria e ha annunciato che accertamenti sono in corso anche sul ferimento dei due marchigiani provenienti da Senigallia.Diego, il fratello di valeria, è volato ieri mattina a Parigi per «riportare a casa» la sua amata sorella. Lei, che venerdì sera si trovava nel locale della mattanza con il fidanzato Andrea Ravagnani, 30 anni, con cui viveva, la sorella di lui, Chiara, e il compagno di quest'ultima, Stefano Peretti. Volevano festeggiare la laurea di Chiara, al concerto degli Eagles of Death Metal. Si trovavano all'ingresso quando c'è stato l'attacco. Sono rimasti a lungo nascosti tra gli ostaggi, strisciando tra le esecuzioni. I tre sono riusciti a fuggire dall'inferno al momento del blitz delle teste di cuoio, ma sotto la furia dei kalashnikov hanno perso di vista Valeria. Per sempre. Andrea è distrutto.
Nella notte aveva chiamato i suoi genitori a Trento terrorizzato: «Non si trova. É morta». Le speranze che Valeria, rimasta irreperibile dalla sera della strage, fosse tra i feriti si erano affievolite di ora in ora. Ieri la tragica conferma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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