Anm in assemblea: "Non lottiamo contro Renzi". Ma c'è chi invoca lo sciopero

Il malumore tra i magistrati è forte e diffuso. Tra le mozioni spunta anche lo sciopero. Ma Sabelli frena: "Non siamo qui per fare la lotta al governo"

Anm in assemblea: "Non lottiamo contro Renzi". Ma c'è chi invoca lo sciopero

Il malumore tra i magistrati è forte e diffuso. Il sindacato delle toghe si riunisce contro quelle riforme, come il decreto legge sul processo civile, che a loro dire non rappresentano affatto una "rivoluzione" capace di restituire alla giustizia efficienza e decoro. Ma tra l'ala dura della magistratura serpeggia anche un forte mal di pancia nei confronti del governo Renzi, da cui più volte sono stati additati come burocrati inefficienti e svogliati, responsabili dei ritardi e dello sfascio del sistema. "Il senso dell’assemblea non va ridotto a ’sciopero sì, sciopero nò, l’assemblea non va letta come uno scontro tra magistratura e governo", si è affrettato a chiarire il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli. Ma i toni sono piuttosto belligeranti.

Oggi le 9mila toghe iscritte all'Associazione nazionale magistrati sono state convocate a Roma per un’assemblea generale. Si tratta di un appuntamento speciale, visto che l’ultima assemblea si è tenuta otto anni fa, per decidere con quali iniziative replicare agli interventi del governo. Dalla base arrivano richieste di risposte forti, anche alla riforma della responsabilità civile che, come denuncia un documento presentato oggi, rischia di "intaccare l’indipendenza" dei giudici: incrociare le braccia, o per lo meno, proclamare uno sciopero bianco, cioè applicare rigorosamente le norme di legge procedurali, il cui risultato pratico sarebbe l’ingolfamento delle udienze, che quotidianamente si evita grazie al fatto che i magistrati suppliscono alle carenze del sistema. Un modo per far capire a Renzi che "i problemi della giustizia non si risolvono con un decreto legge o con riforme spot, senza investimenti e risorse", come dice Andrea Reale di Proposta B, il gruppo nato in opposizione alle correnti e che ora si ritrova a sostenere la protesta più radicale con alcune frange di Magistratura Indipendente, la corrente più moderata delle toghe rimasta senza capo dopo che Cosimo Ferri è diventato sottosegretario alla Giustizia e il suo successore Lorenzo Pontecorvo è stato eletto al Csm.

A parlare di sciopero, in particolare, è l’indipendente Carlo Fucci, pm a Santa Maria Capua Vetere, che concentra l'intervento sulla riforma della responsabilità civile. "La proposta del governo ha finalità afflittive e mette in campo un sistema che condiziona i magistrati - ha affermato Fucci - non bisogna abbassare la guardia è sempre in gioco l’indipendenza della Magistratura. Bisogna prevedere uun’azione di protesta, individuabile esclusivamente nella proclamazione di uno sciopero nazionale". Meno radicale, ma comunque molto dura, è stata la presa di posizione contenuta nelle mozioni illustrate da Stefano Schirò, ex presidente di Magistratura Indipendente, e da Pasquale Grasso (Mi). "I magistrati sono di nuovo oggetto di un tentativo di delegittimazione - ha dichiarato Schirò - vogliamo che l’Anm, ancor di più rispetto a quanto fatto finora, denunci fortemente queste delegittimazioni. Va aperta una moratoria, chiedendo risposte in tempi brevi e certi". Schirò ha parlato di "tavoli di confronto" tra Anm, governo e Csm per affrontare la questione dei vuoti di organico e dei carichi esigibili di lavoro e di "organizzare serie e concrete forme di protesta, con la sospensione delle attività di supplenza fino a scioperi che coinvolgano anche il personale della giustizia".

Di carichi di lavoro ha parlato anche Pasquale Grasso sollecitando "forme progressive di reazione in caso di chiusura totale da parte di governo e parlamento". Quella dello sciopero o di uno sciopero bianco con la sospensione dell’attività di supplenza, è una linea che, però non sembra prevalere tra i magistrati riuniti in assemblea.

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