L'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri è stato assolto "per non aver commesso il fatto" dalla corte d'assise d'Appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino, che ha parzialmente riformato le condanne di primo grado per minaccia a corpo politico dello Stato. I giudici di secondo grado non hanno ritenuto che l'ex politico fosse il collegamento fra la politica e Cosa nostra in quella che viene ritenuta la seconda fase della trattativa del 1993 e 1994. Grande la soddisfazione per l'ex senatore Azzurro, che al termine dell'udienza è stato raggiunto dall'Adnkronos.
"Questa assoluzione è una svolta non solo per me ma per la giustizia italiana, questo processo era mostruoso", ha dichiarato Marcello dell'Utri, che finalmente si può togliere anche qualche sassolino dalle scarpe: "Voglio ricordare e ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto in questi anni mi voglio invece dimenticare tutti gli altri, quelli che odiano. Voglio anche ringraziare le persone e tutti gli amici che mi hanno sostenuto sempre e che hanno creduto nella mia innocenza. Innanzitutto un ringraziamento ai miei familiari e agli amici, che sono tanti, tantissimi. Questa assoluzione è la risposta più bella a tutti gli odiatori".
"Quando sono andato a Palermo ad ascoltare le udienze mi sono sentito come un turco alla predica, non capivo di quello che dicevano di che parlavano", ha dichiarato Dell'Utri a Porta a Porta, nella puntata in onda questa sera. L'ex senatore ha proseguito: "Una cosa inesistente, però purtroppo avevo paura che potessero avallare queste cose inventate servendosi dei soliti pentiti che hanno bisogno di dire cose per avere vantaggi per conto loro, servendosi di molta stampa che affianca le procure e sporprattutto la procura di Palermo. Non potevo essere certo di un assoluzione, ma la speravo intimamente". Dell'Utri ha aggiunto: "Credo che questa corte di Assise d'Appello abbia lavorato con criterio , cognizione e coscienza. I miei avvocati hanno smontato il processo dalle fondamenta, era impossibile non riconoscere l'assurdità dell'impianto accusatorio".
Una sentenza giunta inaspettata per l'ex senatore: "Io sognavo che mi assolvessero ma allo stesso tempo ero preoccupato. Sono sincero". Soddisfatti anche i legali di Dell'Utri, che hanno parlato di vittoria degli "anticorpi della democrazia". L'avvocato Francesco Centorze è apparso tranquillo al termine dell'udienza: "Dopo anni di processo una sentenza ha ricostituito la correttezza del quadro probatorio arrivando a una soluzione che riteniamo condivisibile. Non ci aspettavamo nulla ma abbiamo lavorato in questa direzione ed eravamo convinti che questo sarebbe stato l'esito, ma aspettarselo è un altro discorso". Una vittoria che per l'ex senatore, però, non sancirà il ritorno alla politica attiva: "Non ci penso nemmeno lontanamente, io preferisco tornare ai miei libri". L'avvocato ha riferito di un Marcello Dell'Utri commosso quando è venuto a conoscenza del risultato.
"Aspettiamo le motivazioni prima di esprimere ogni valutazione", ha dichiarato il procuratore generale Giuseppe Fici subito dopo la sentenza d'Appello sulla trattiva Stato mafia che ha assolto l'ex senatore Marcello Dell'Utri. Anche Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo e padre dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia: "Da una parte la Corte d'appello condanna per il reato di minaccia i mafiosi, dall'altro assolve i colletti bianchi. Quindi vuol dire che la trattativa c'è stata e che non è una bufala. Aspettiamo di leggere le motivazioni, ma una sentenza così è difficile da spiegare: solo se fossero stati tutti assolti sarebbe stato ribaltato il giudizio di primo grado con la conseguenza di riconoscere l'assenza della trattativa. Invece la condanna di Cinà conferma il papello e il suo arrivo a destinazione. La minaccia nei confronti dello Stato ci fu. Quindi questa sentenza conferma la trattativa, mentre esclude la responsabilità personale degli imputati condannati come tramite nel processo di primo grado".
Anche l'ex generale dei Ros, Mario Mori, che è stato assolto nel processo d'appello sulla presunta trattativa Stato-mafia non nasconde la sua emozione e soddisfazione per il verdetto: "Esprimo solo la mia soddisfazione, non voglio aggiungere altro". Insieme a Mori sono stati assolti anche altri due ufficiali, Giovanni Subranni e Giuseppe De Donno. Condannati, invece, i boss Leuluca Bagarella e Antonino Cinà.
L'ex presidente del Senato Nicola Mancino subito dopo la lettura del dispositivo del processo d'appello che ha ribaltato il verdetto di primo grado, ha dichiarato: "Il processo è stato lungo in appello viene messo in discussione tutto. Sono contento che ci sia stata questa sentenza però io ci sono arrivato per prima, dal 2018, dopo la sentenza di primo grado".
Quindi Mancino prosegue: "La cosiddetta trattativa Stato-mafia alla fine è stata spazzata via da una sentenza di appello fatta scrupolosamente e spazza via l'intera vicenda giudiziaria che non doveva mai iniziare, non ci doveva stare".
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