Arrestati due sciacalli rumeni. In auto mobili e vestiti rubati dalle case di chi non c'è più

Ladri e finti benefattori

Arrestati due sciacalli rumeni. In auto mobili e vestiti rubati dalle case di chi non c'è più

Roma - Vestiti, soldi, oggetti domestici rubati tra le case in macerie. Gli sciacalli ci sono, trafugano ogni cosa che abbia un valore rovistando nelle rovine, ficcano tutto in auto, fuggono. Come la coppia di rumeni fermata ieri a fine mattinata da carabinieri in motocicletta, nella frazione di Preta di Amatrice.

Il «bottino» era dentro la vettura con targa tedesca e lì c'era anche il bambino che si tiravano dietro in questa infame gita in luoghi di morte e di dolore, per portare via quel che rimane incustodito alle vittime del terremoto.

Sono un uomo e una donna, di 44 e 45 anni, e la perquisizione dei militari del nucleo radiomobile di Roma ha subito fatto saltar fuori capi d'abbigliamento, oggetti domestici, banconote per oltre 300 euro, una pistola giocattolo sprovvista del prescritto tappo rosso e alcuni arnesi da scasso, che evidentemente servicano per questo e altri «lavoretti».

Infatti i romeni erano tutt'e due già noti alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio e sono stati arrestati con l'accusa di furto aggravato. A bordo dell'auto avevano compiuto diversi furti in abitazioni di terremotati. E pensavano di averla fatta franca, finchè gli uomini dell'Arma non li hanno sorpresi. Il bimbo è stato subito affidato ad un istituto, quella dov'era stato trascinato non era certo una buona scuola per lui.

I sciacalli del terremoto ci sono. Rubano anche attraverso il web. Quello che è stato identificato dalla polizia postale, impegnata proprio nelle attività di monitoraggio per prevenire le truffe su internet legate al terremoto, è un uomo che indicava un conto corrente per le donazioni. Solo che il conto era quello suo personale e tutto il denaro che arrivava da gente generosa quando ingenua, se lo intascava. Lo chiamano «sciacallo del web», volgare ladro basterebbe.

«Vogliamo che gli sciacalli non abbiano residenza nel nostro Paese», ha detto pochi giorni fa il premier Matteo Renzi, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Ma non è facile intercettare tutti i sospetti che lucrano sul dolore altrui, malgrado gli sforzi non solo delle forze dell'ordine, ma anche degli stessi abitanti dei paesini terremotati del centro Italia, che cercano di organizzarsi per presidiare le rovine delle loro case, proprio per evitare questo tipo di vergognose razzie. Gli sciacalli fermati in questi giorni sono pochi ed è facile pensare che parecchi altri la facciano franca.

Ieri, dopo l'arresto della coppia di rumeni, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha cercato di

tranquillizzare gli sfollati. «I carabinieri - ha detto-, come gli altri operatori della sicurezza, lavorano instancabilmente per impedire vili episodi di sciacallaggio e dare aiuto alle popolazioni così duramente provate».

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