In Francia si faceva chiamare Vincent e lavorava ogni tanto come imbianchino nel piccolo borgo bretone di Saint Gravé dans le Morbhian, dove era perfettamente integrato. In realtà sul suo capo pendeva un mandato di arresto europeo perché era l'ultimo dei black bloc inchiodati per le violenze del G8 di Genova del 2001 ancora irreperibile.
Fino allo scorso giovedì, quando Vincenzo Vecchi, 46 anni, noto esponente dell'area anarco-autonoma milanese, latitante dal luglio del 2012 quando la Cassazione ha reso definitiva la condanna a 11 anni e 6 mesi per i disordini che misero a ferro e fuoco mezza città per due giorni, è stato arrestato in Francia, dove viveva lontano dalla famiglia, con la polizia italiana e quella d'Oltralpe che non hanno mai smesso di dargli la caccia. «Lo abbiamo cercato ovunque negli anni a cavallo tra il 2013 e il 2014», racconta Eugenio Spina, dell'Ucigos. Le tracce in realtà portavano in Spagna, poi negli ultimi mesi le indagini si sono intensificate anche grazie all'avvio di intercettazioni di vario tipo concesse dalla Procura generale di Genova, il tiro è stato spostato verso la Francia.
Ma è soprattutto seguendo i suoi familiari nel periodo estivo, immaginando che avrebbe potuto passare un po' di tempo con loro, e tenendo sotto controllo i telefoni della coppia, che gli investigatori italiani lo hanno individuato. Nelle scorse settimane, infatti, Vecchi ha incontrato l'ex compagna e la figlia minore in una località della Savoia, dove hanno trascorso una settimana di vacanza come una famiglia qualunque. Poi la donna e la bambina sono tornate a Milano e lui in Bretagna, dove viveva sotto falsa identità. Quando è stato fermato non aveva documenti di riconoscimento ma solo un tesserino che riportava il nominativo di Vincent Papale. La mattina dell'8 agosto la polizia francese, seguendo le indicazioni dell'Antiterrorismo della Digos di Milano, ha arrestato Vecchi nel borgo bretone mentre andava al lavoro. L'indomani le autorità francesi hanno convalidato l'arresto e ora è recluso nel carcere di Rennes. In Italia è accusato di aver preso parte alla due giorni di devastazioni che il 21 e il 21 luglio del 2001, per protestare contro il vertice dei G8, hanno trasformato Genova in un campo di battaglia. Fu quando morì Carlo Giuliani. A Vecchi si contesta il danneggiamento, la distruzione e l'incendio di svariati beni mobili e immobili, tra cui istituti di credito, automobili, supermercati. Il tutto contrapponendosi con violenza alla polizia che cercava di riportare l'ordine, lanciando sassi, bottiglie e facendo esplodere molotov.
Ma per il collettivo di attivisti francesi «Soutien
Vincenzo» (Sostieni Vincenzo) non sarebbe membro di nessuna organizzazione politica. Avrebbe solo scelto di fuggire da una condanna «ingiusta e sproporzionata». Per questo non vogliono che la Francia lo consegni all'Italia.
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