Arrivano i soldi per contrastare il caro bollette. "Il governo stanzia 5-7 miliardi"

Da giorni, dopo l'elezione del capo dello Stato, i partiti premevano con insistenza su Palazzo Chigi. E ieri il premier Mario Draghi ha annunciato l'imminente nuovo intervento contro il caro bollette

Arrivano i soldi per contrastare il caro bollette. "Il governo stanzia 5-7 miliardi"

Da giorni, dopo l'elezione del capo dello Stato, i partiti premevano con insistenza su Palazzo Chigi. E ieri il premier Mario Draghi ha annunciato l'imminente nuovo intervento contro il caro bollette: «Il governo non dimentica il presente e il presente oggi ci fa vedere una realtà caratterizzata dalle difficoltà che famiglie e imprese hanno per l'aumento dei prezzi dell'energia elettrica. Il governo sta preparando un intervento di ampia portata nei prossimi giorni». Il pacchetto di aiuti è atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Rivendicano subito la vittoria Lega e Forza Italia. La via sembra essere quella del decreto urgente, visto che lo stesso premier aveva già escluso nei colloqui con le forze politiche un nuovo scostamento di bilancio che richiederebbe il semaforo verde della Commissione europea oltre che quello del Parlamento. E soprattutto rischierebbe, è trapelato da Chigi, di diventare un pretesto per ulteriori richieste dei partiti di maggioranza. La somma in ballo sarebbe uguale o superiore a quella che era stata già stanziata col primo intervento (5,5 miliardi), come conferma la sottosegretaria al Tesoro Maria Cecilia Guerra: «Ci sono risorse che si stanno mettendo in fila, guardando ad alcune economie di bilancio si arriverà alla cifra di 5-7 miliardi». Quanto allo scostamento «non è il momento per deciderlo, se si rendesse necessario il governo lo valuterà». Ma gli interventi saranno su «più fronti» e una parte «rafforzerà le misure in essere sui bonus sociali perché il rincaro delle bollette energetiche riguarda molti soggetti, a partire dalle famiglie, soprattutto le più deboli, ma anche le imprese e gli enti territoriali».

Per finanziare i nuovi sostegni una base di partenza potrebbero essere gli 1,5 miliardi stimati dalla Ragioneria dello Stato dalla restituzione - prevista nel decreto Sostegni ter - dei cosiddetti extraprofitti delle rinnovabili, derivanti dal vincolo degli operatori degli impianti a restituire gli extra rispetto a un prezzo equo ante-crisi.

La nuova accelerazione del governo arriva dopo il precedente intervento che da solo non è stato sufficiente a neutralizzare gli aumenti. Nel primo trimestre 2022 si è registrato «nonostante gli interventi straordinari del governo», un aumento del costo per l'energia elettrica per la famiglia pari a +55% per la bolletta dell'elettricità e a +41,8% per quella del gas rispetto al trimestre precedente, ha riferito il presidente di Arera, Stefano Besseghini, in audizione alla commissione Parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori. E anche secondo la Cgia di Mestre le risorse stanziate sono state «del tutto insufficienti a mitigare i costi addizionali che dovranno subire quest'anno gli utenti. A fronte di un rincaro di luce e gas che per l'anno in corso ammonta complessivamente a 89,7 miliardi, il tasso di copertura supera di poco il 6 per cento».

Aumento dell'energia che per il presidente di Confindustria Carlo Bonomi è «una vera mina per la ripresa del Paese». I rincari incrociano e alimentano la frenata dell'economia certificata anche dall'Istat che, nella nota mensile di gennaio, lancia l'allarme. Dopo la cavalcata del 2021, il Pil è in progressivo rallentamento con l'inflazione che cresce - quella acquisita per il 2022 è del +3,4%. «Il percorso di ripresa dell'Italia potrebbe subire un rallentamento nei prossimi mesi. Nel dettaglio a gennaio l'indice di fiducia delle imprese ha subito un forte rallentamento e tutte le componenti hanno evidenziato un peggioramento, in particolare delle attese sull'economia». Già a dicembre c'è stato un cambio di rotta per la produzione industriale, in calo dell'1% rispetto al mese precedente. Sull'anno il rimbalzo resta comunque a +4,4%, e nel complesso il 2021 si è chiuso con un +11,8% a fronte di un -11,4% dell'anno precedente. Tra ottobre e dicembre 2021 è continuato a salire il numero di imprese che segnalano ostacoli alla produzione.

Dal lato delle famiglie, le prospettive per i prossimi mesi sarebbero in peggioramento. A gennaio si è registrata una diminuzione dell'indice del clima di fiducia dei consumatori rispetto agli scenari economici e al futuro.

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