Fuori, ma qui, a due passi da casa, c'è la guerra che non fa solo morti, provoca anche «una deriva emotiva che può produrre danni duraturi sui sentimenti, sulla percezione della realtà, persino sull'organizzazione della società». Una spirale. Un gorgo. A forza di vivere vicino all'odio, spiega Sergio Mattarella, «si rischia di diffonderlo» e di dare spazio alle fake news interessate e agli «usurpatori di sovranità», perciò occorre »reagire e riaffermare i valori della pace della civiltà» e della libertà di stampa. E su questo, secondo il capo dello Stato, il governo sta lavorando bene, «impegnandosi per gli obbiettivi di convivenza in un mondo libero, come è avvenuto con l'efficace presidenza del G7».
Dentro, nel perimetro della politica italiana, restano comunque ancora troppe tensioni. «Le diverse appartenenze, le legittime e preziose differenze delle identità culturali, sono l'essenza della democrazia», però non devono «impedire di trovare convergenze e unità sui grandi temi di interesse per i cittadini». Abbassiamo i toni. Non dividiamoci su questioni strategiche. E garantiamo il pluralismo delle idee.
Nel Salone dei Corazzieri, per gli auguri di Natale con le alte cariche dello Stato, Mattarella invita quindi a guardarsi da un nuovo nemico. Poteri che sfuggono alle istituzioni nazionali e sovranazionali, «espropri di democrazia», concentrazioni di capitali, giganti del web, monopoli, detentori di dati, criptovalute, tecnologie, «grandi società che dettano le loro condizioni ai mercati al di sopra delle autorità degli Stati». Viviamo in un periodo di grandi scontri, «si registra ovunque polarizzazione, riduzione delle occasioni di dialogo, esclusione dell'ascolto» quando invece è proprio «l'articolazione di diverse opinioni a rappresentare l'anima della democrazia». Dunque la stampa va tutelata, dice il presidente, nel giorno in cui il governo annuncia, dopo un estenuante ping pong di cifre, l'arrivo di 50 milioni nel fondo per l'editoria «in considerazione dell'incremento dei costi di produzione al fine di sostenere la domanda di informazione».
La chiave, per Mattarella, sta nel tenere sempre aperto il rubinetto del confronto. «Il pluralismo è il cardine delle civiltà occidentali», un principio minacciato «da una progressiva privatizzazione del potere pubblico». Pure la moneta e la difesa rischiano di finire in mani di «potenze finanziarie capaci di sfidare le prerogative statuali». Per questo, insiste, «dobbiamo preservare la nostra unità vivendo la Costituzione».
Libertà, uguaglianza, giustizia, diritti ma anche «convergenza sugli interessi nazionali, compreso il rispetto dei trattati internazionali, della sicurezza dei cittadini e delle infrastrutture, una esigenza che va oltre le maggioranze e le opposizioni di turno».
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