L'abolizione dell'articolo 18 rischia di mettere in discussione gli equilibri del governo. Sulla proposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano di affrettare la cancellazione, addirittura entro agosto, inserendo la misura nello "Sblocca Italia", il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia mette una pietra sopra facendo fare al leader di Ncd l'ennesima figuraccia.
Dalle colonne di Repubblica la Madia si appella alla unitarietà dell’esecutivo per far fronte a una questione non risolutiva. "Non è questo il problema. Se una cosa deve dividere - afferma il ministro della Pubblica amministrazione - tanto vale non dividersi". La componente del Pd che siede al governo non intende parlare di modifiche o abolizione dell'articolo 18. L'argomento non rientrerà nemmeno nella riforma del mercato del lavoro che arriverà in Consiglio dei ministri entro l'autunno. "Se si potesse risolvere il dramma del lavoro cancellando l’ articolo 18 lo avremmo già fatto - fa notare la Madia ad Alfano - ma non è così".
A condividere la posizione del ministro c'è anche il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta per il quale l’eventuale abolizione dell’articolo 18 "non è la priorità per risolvere il problema dell’occupazione". Anzi, il sottosegretario piddino teme contenuti di "carattere dirompente" nella "robusta agenda sul mercato del lavoro". Ed è per questo che ritiene che per fare una riforma complessiva sia utile invece "discutere di contratti (che sono troppi), di ammortizzatori e di flessibilità in uscita, anche per risolvere il problema degli esodati" e, ultimo in ordine di tempo, il pasticcio della "quota 96" per quattromila insegnanti.
Sull'impotesi di cancellare l'articolo 18 il sottosegretario al Lavoro, il piddì Luigi Bobba, la pensa esattamente come i colleghi di partito ed etichetta l’iniziativa di Alfano come un "annuncio simbolico". Secondo Bobba, infatti, "occorre avere un’attenzione ad una vera protezione dei lavoratori in termini di diritto alla formazione continua e permanente, e dunque la possibilità di formare, riqualificare e reinserire il lavoratore in caso di mancanza di lavoro. Una protezione necessaria per nel mercato del lavoro oggi, perché non ci siano lavoratori di serie A, B e C". Comunque, per il sottosegretario al Lavoro, 538em;">"se si vuole andare incontro alle esigenze delle imprese, non bisogna guardare all’art.18 ma elementi chiave sono: abbattere la burocrazia, i costi dell’energia e il cosiddetto cuneo fiscale. È lì che va condotta la vera battaglia".
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