Assago, un minuto di furia "Invidiavo la loro felicità"

L'interrogatorio dell'accoltellatore: "Avevo preso la lama per farla finita". In 60 secondi 6 aggrediti

Assago, un minuto di furia "Invidiavo la loro felicità"

Un minuto. Un minuto per prendere la propria vita di uomo di mezza età complicato e fragile, e trasformarla nell'inferno degli altri. Alle 18,42 di giovedì sera Andrea Tombolini nella corsia del centro commerciale di Assago prende dallo scaffale il coltello più lungo del kit da cucina che gli sta davanti. Sessanta secondi dopo, alle 18,43 è per terra, alle casse, disarmato, schiacciato al suolo. Alle sue spalle, le corsie segnate dalle urla, dal sangue, dal panico. Le immagini delle telecamere sono di una crudezza impressionante. Luis Ruggieri, dipendente del grande supermercato, non fa neanche in tempo a capire cosa accade, Tombolini gli passa accanto di corsa e gli tira un solo colpo al fianco, che lo ammazza nel giro di pochi minuti. E poi a casaccio, colpendo chi cerca di ostacolarlo e chi tenta solo di mettersi in salvo.

«Ho visto tutte quelle persone felici, che stavano bene, e ho provato invidia»: così, nel reparto di psichiatria dove lo portano nella notte, Tombolini spiega al pm Paolo Storari la sua trasformazione da consumatore di Xanax a distributore di morte. Parla delle sue paure, della convinzione di essere malato, della depressione che lo avvolgeva. Le riprese a circuito chiuso del grande Carrefour alle porte di Milano raccontano una storia che non calza del tutto alla versione del raptus. «Dura tutto otto minuti - racconta il generale Iacopo Mannucci - alle 18,35 l'uomo entra e comincia subito a cercare qualcosa. Alle 18,42 prende il coltello e inizia immediatamente a colpire». Se è stato un raptus, insomma, è stato un raptus iniziato prima e fuori, meno improvviso e incontrollabile di quel che Tombolini racconta o ricorda.

«Abbiamo chiesto - dice Marcello Viola, capo della Procura di Milano - la convalida del fermo con l'accusa di omicidio e di duplice tentato omicidio». Vuol dire che almeno due delle altre vittime di Tombolini sono vive per caso, i colpi erano dati con la volontà di uccidere. Per gli ultimi due saranno le perizie legali a stabilire se si tratta solo di lesioni o si aggiungeranno altre accuse di tentato omicidio. Ormai poco cambia. «Abbiamo chiesto a suo carico - spiega Viola - la custodia cautelare in una struttura psichiatrica». Niente carcere ma un luogo di cura, «perchè ci sembra la soluzione più adeguata vista la presenza di problemi psichici». E una assoluzione per vizio totale di mente potrebbe essere l'esito finale del processo.

Quanto gravi e note fossero le condizioni di salute del 46enne non è ancora del tutto chiaro. «Non c'erano state avvisaglie. Non consumava alcolici, non assumeva psicofarmaci, solo un antidepressivo», dice il procuratore. Tombolini non è neanche un emarginato, un drop out, la sua rabbia la sfoga contro se stesso, spaccando gli oggetti di casa: «Ha un padre e una madre presenti - dice il procuratore aggiunto Laura Pedio - che lo seguivano e lo curavano, per i primi di novembre gli avevano fissato una visita con uno psichiatra». I mostri che agitano la testa di Andrea esplodono prima.

Non è una storia di terrorismo, come si era temuto all'inizio, e nemmeno una storia di città insicure: «L'intervento del 112 è stato praticamente immediato - dice Viola - e ancora prima dei carabinieri erano intervenuti coraggiosamente i cittadini presenti nel supermercato».

Ma è chiaro a tutti che a venire spezzato dal dramma di Assago, portato pressocchè in diretta da Internet in tutte le case d'Italia, è la percezione del centro commerciale - con la sua folla, le sue luci - come isola se non felice almeno protetta. Anche a questo si riferisce Silvio Berlusconi quando ieri ricorda che «la sicurezza dei cittadini deve essere la chiave della civiltà umana», e che lo Stato deve garantirla con ogni mezzo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica