Attesa per le volontà del Cav. Ma servirà ancora tempo

Per la famiglia è l'ora del dolore. La partita potrebbe essere affrontata a partire dalla prossima settimana

Attesa per le volontà del Cav. Ma servirà ancora tempo
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All'indomani del funerale del Cavaliere, il tema del suo testamento diventa il più atteso. Dai media, dalla gente e dal mercato. Ma anche il più segreto e riservato, al punto che si sta scommettendo sulla sua esistenza pur senza averne la certezza. In ogni caso, assicurano fonti diverse vicine alle società del gruppo e alla famiglia, è escluso che la questione venga affrontata nelle prossime ore. Per logica e per rispetto, l'apertura di un testamento non è ora tra le priorità della famiglia, che riguardano invece tutte le operazioni successive al funerale, fino a quando le ceneri di Silvio Berlusconi saranno poste nel mausoleo di Pietro Cascella a Villa San Martino. Il che significa, come minimo, che il prossimo week end passerà senza novità su questo fronte. Che potrebbe però diventare caldo da lunedì, nello studio milanese di Arrigo Roveda, notaio di fiducia del Cavaliere.

Come noto i termini della questione sono già molto chiari: il patrimonio di Berlusconi è stimato in 6,4 miliardi. Di questi, 1,5 è il valore ipotizzato di beni mobili e immobili direttamente riconducibili al Cav. Mentre i restanti quasi 5 miliardi sono il valore delle partecipazioni in Mediaset, Mondadori e Mediolanum controllate dalla Fininvest, controllata integralmente dalla famiglia Berlusconi (al netto del 2% di azioni proprie). Il capitale della holding è già in parte dei figli: per il 15,3% di Marina e Pier Silvio, in quote uguali (7,65%); e per il 21,42% di Eleonora, Barbara e Luigi (7,14% a testa). Mentre il 61,2% è di Berlusconi. Di questi, i due terzi spettano di nuovo ai 5 figli, mentre il 33% dipende dal testamento. Quindi in gioco c'è circa il 20,2% della holding.

Perciò, da un punto di vista patrimoniale, la parte «libera» del testamento è qualcosa che sta nell'ordine dei 1,5 miliardi di euro e al momento nessuno sa cosa ha deciso Berlusconi in merito. Mentre i due terzi dei suoi beni personali unitamente al 40% circa di Fininvest spettano per legge ai suoi 5 figli. Il che significa, per quanto riguarda Fininvest, una distribuzione ulteriore di quote che vedrà Marina e Silvio salire (insieme) al 31,4% circa, mentre Barbara, Eleonora e Luigi al 45,6%. Ma dopo l'apertura del testamento queste quote potrebbero cambiare. Oppure potrebbe entrare in scena qualche nuovo socio.

In ogni caso, al momento c'è una certezza: né Marina, che è presidente di Fininvest e Mondadori; né Pier Silvio, amministratore delegato di Mediaset, hanno alcuna intenzione di arretrare di un centimetro. Il discorso di Pier Silvio ai dipendenti di Mediaset dopo i funerali del padre, nel quale li ha spronati a riprendere il lavoro con più forza ed energia cdi prima, lo ha dimostrato platealmente.

Di certo c'è che la famiglia sarà chiamata alla prima assemblea della Fininvest senza il suo fondatore tra pochi giorni: la convocazione è per il 29 giugno per l'approvazione del bilancio e la nomina (annuale) del consiglio d'amministrazione. Composto dalla presidente Marina, dall'ad Danilo Pellegrino, e da altri sei consiglieri: i fratelli Pier Silvio, Barbara e Luigi e i manager Ernesto Mauri, Adriano Galliani e Salvatore Sascia. L'assemblea delibera anche il dividendo da distribuire ai soci in base alle quote detenute.

Lo scorso anno furono 150 milioni: 11,7 milioni a ciascuno a Marina e Pier Silvio; 10,9 a Barbara, Eleonora e Luigi; e 93,7 al Cavaliere. Da quest'anno, i due terzi di questa quota saranno divisi tra tutti i 5 figli; mentre per l'ultimo terzo ancora non si sa.

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