"Attivi sul territorio e rapidi sui vaccini". Moratti al debutto (con vista Pirellone)

La sfida del nuovo assessore alla Sanità è il Covid. Possibile un futuro da governatore

"Attivi sul territorio e rapidi sui vaccini". Moratti al debutto (con vista Pirellone)

«Sono lombarda e orgogliosa di esserlo, questa terra ha enormi potenzialità di crescita e sono fiera di mettermi al servizio dei cittadini». Lady Moratti torna sotto i riflettori della politica e si prende la scena. L'ex sindaco di Milano è da ieri ufficialmente assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia, a fianco del governatore Attilio Fontana ha dettato le prime tre priorità: il piano vaccini («sta andando avanti nei tempi previsti ma faremo il possibile per migliorarlo ulteriormente»), riforma «in tempi rapidi» della legge 23 sul riordino della Sanità, che si traduce con il rafforzamento della medicina territoriale che ha mostrato delle falle in emergenza Covid e, terzo, «non trascurare le altre patologie», assicura quindi «grande attenzione alle liste di attesa, la nostra sanità non si esaurisce nel Covid». L'ingresso in giunta di Moratti, dell'ex sottosegretario leghista Guido Guidesi come assessore alle Attività produttive e dell'ex ministro (sempre quota Lega) Alessandra Locatelli alla Famiglia arriva dopo un rimpasto aperto e chiuso in cinque giorni, con la regia di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. In conferenza stampa Moratti ringrazia Fontana che le ha «proposto in maniera molto inaspettata un compito complesso in un momento difficile per tutti e drammatico per alcuni» ma a margine precisa che è stato «il primo a sondare la sua disponibilità» poi ha avuti colloqui «prima con Berlusconi e dopo con Salvini, sono stati protagonisti di questo mio ruolo». Rende onore a Giulio Gallera che l'ha preceduta, anche se l'ex assessore ambiva a un altro ruolo ed è stato rimasto fuori dalla giunta: «Ha tutta la mia solidarietà per l'impegno che comunque ha messo in questa vicenda, si è trovato a gestire una pandemia di fronte alla quale nessuno era preparato, in Italia e nel mondo. Ha avuto un compito difficilissimo».

Si apre il «Fontana bis» e Moratti, con la diplomazia che l'ha sempre contraddistinta, si tiene fuori dalle polemiche sulla gestione dell'emergenza: «Non sta a me dare giudizi, la Lombardia è stata la prima ad essere colpita da uno tsunami, il mondo era impreparato - ribadisce - Io mi metto a disposizione per un servizio sempre più efficiente ed efficace. Adesso cerchiamo di imparare anche dagli errori che tutti possiamo aver fatto, tutte le Regioni e tutti i Paesi». Glissa anche sulle voci che la danno come possibile candidata dopo Fontana nel 2023: «Sono abituata a lavorare nel presente e non ho mai pensato al futuro, anche questo mio ruolo era totalmente inaspettato, pensavo di prendermi qualche mese di pausa» dopo la presidenza di Ubi Banca, ma «lavoro da quando sono giovane, per me è una costante, e per carattere cerco di non sottrarmi alle sfide anche se sono gravose». Nei prossimi giorni farà un giro di confronti, da Ats alle strutture pubbliche e accreditate ai sindacati dei medici, sindaci dei capoluoghi lombardi, e anche gruppi di maggioranza e opposizione. Beppe Sala, suo ex direttore generale in Comune? «Non l'ho ancora sentito, non mi ha mandato un messaggio, probabilmente avrà i suoi impegni ma lo sentirò a breve, è un mio dovere istituzionale». Non ha ancora preso contatti ma sentirà a breve anche il commissario Arcuri, sul piano vaccini aggiunge che «è una buona notizia che Moderna sia stato autorizzato da Ema e che l'Europa abbia acquistato nuovi vaccini. Speriamo che con queste nuove dosi riusciremo a implementare il piano».

Fontana ringrazia i tre assessori uscenti (oltre all'azzurro Gallera, le leghiste Silvia Piani e Martina Cambiaghi) e con la nuova squadra conta di «rilanciare la Lombardia e quindi l'intero Paese». Ma deve tornare in clima emergenza. Con i nuovi parametri «siamo in una zona arancione vicino alla zona rossa, e rischiamo di passare al rosso». Il peggioramento dei dati ha obbligato a proseguire con la didattica a distanza le scuole superiori fino al 24 gennaio. «Ho sempre detto che c'è assoluta necessità di far tornare gli studenti in classe - spiega Fontana - ma ora precauzione ed evoluzione del virus devono indurre a cautela. Se dovesse scattare da venerdì la zona rossa il discorso della riapertura sarebbe superato.

Non abbassiamo la guardia». Moratti indica «forse l'unico punto debole» della suddivisione dell'Italia in zone, «dovrebbe essere prevista con tempi che diano a cittadini, commercianti e scuole delle sicurezze. Non sempre è così».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica