Roma. Il giudice della Corte costituzionale, Nicolò Zanon, è indagato, a quanto si apprende, dalla procura di Roma per peculato d'uso. Al centro degli accertamenti della Procura, l'utilizzo dell'auto di servizio, riservata a Zanon, da parte della moglie, l'ex consigliere comunale di Milano in quota Pd Marilisa D'Amico. La donna si sarebbe servita del mezzo quando il marito era fuori per lavoro.
«Sono sereno e conto di poter dimostrare l'assoluta insussistenza del reato che mi viene contestato. Tuttavia per rispetto dell'etica istituzionale e della funzione che ricopro, nonché per il rispetto che porto verso il presidente della Corte Costituzionale, ho ritenuto di presentare le mie dimissioni al Presidente della Corte, Giorgio Lattanzi», ha dichiarato ieri Zanon all'Ansa dopo aver appreso dell'indagine che lo riguarda.
Professore ordinario di diritto costituzionale, nato a Torino il 27 marzo 1961, è stato nominato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell'ottobre 2014. Cresciuto in gioventù nella fila della Nuova Destra italiana, la corrente culturale e politica guidata da Marco Tarchi, Zanon è sempre stato a favore del dialogo tra le parti e le correnti di pensiero anche nell'ambito del diritto costituzionale. Da componente del Csm, Napolitano lo aveva indicato nella commissione dei 35 saggi che avrebbe dovuto scrivere la cornice delle riforme istituzionali fortemente richieste dal Quirinale in quegli anni. La commissione di saggi comprendeva anche Valerio Onida, Gaetano Quagliariello e Stefano Ceccanti.
Zanon è promotore di «Italiadecide», associazione di ricerca per la qualità delle politiche pubbliche, assieme a Giuliano Amato, Vincenzo Cerulli Irelli, Paolo De Ioanna, Gianni Letta, Massimo Luciani, Pier Carlo Padoan, Giulio Tremonti e Luciano Violante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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