Dall'asse Germania-Italia all'asse Germania-Commissione Ue: Berlino, nonostante i buoni propositi e le rassicurazioni al nostro governo sulla linea da seguire nel processo di transizione green del settore automotive, sarebbe sul punto di cedere alle insistenti pressioni di Bruxelles. In tal caso, a far compagnia all'elettrico, in futuro, verranno ammessi solo i carburanti sintetici, ambito che vede i tedeschi messi piuttosto bene.
E allora niente bio-carburanti (peraltro già disponibili), come invece chiesto dall'Italia nel segno di una corretta interpretazione del principio della neutralità tecnologica. «Sarebbe l'ennesima dimostrazione che la Germania pensa sempre solo ai propri affari, disinteressandosi del resto», commenta Massimo Ghenzer, presidente di Areté. In proposito, il cancelliere Olaf Scholz ha già affermato che il confronto con la Commissione Ue in tema di e-fuels è sulla buona strada. Nel caso, invece, che i tedeschi restassero sulle precedenti posizioni, tornando alla linea che con l'Italia ha consentito di bloccare l'iter verso la sola mobilità elettrica dal 2035, Bruxelles dovrebbe riaprire completamente la discussione. Una sconfitta sonante anche in vista delle elezioni europee del 2024.
Più semplice, per Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue, protagonista di inaspettate retromarce e incappato in non poche contraddizioni nell'ultimo periodo, puntare al compromesso con la Germania: «L'accordo prevede un passaggio ai carburanti sintetici, qualsiasi altra cosa riaprirebbe il tutto e non è quello che stiamo facendo». «La verità è che Timmermans appare sempre più in difficoltà - commenta Andrea Taschini, esperto in problematiche automotive - con il risultato di far crescere ancora di più i dubbi. In Olanda, il suo Paese, tra l'altro, gli anti ambientalisti da salotto, hanno ottenuto il 20% dei voti alle recenti elezioni. Fretta e nervosismo sono più che comprensibili».
Il governo italiano, comunque, è determinato a giocare tutte le sue carte. Il premier Giorgia Meloni, a Bruxelles in questi giorni, ha sollevato - tra gli altri - anche questo problema. Palazzo Chigi, infatti, continua a ritenere la «pastetta» che si profila tra Germania e Commissione sul modo per giungere a un riconoscimento degli e-fuels per auto nuove a motore termico oltre il 2035, un atto particolarmente svantaggioso. Il motivo è che non si prevederebbe l'inclusione dei bio-fuels, settore in cui l'Italia è particolarmente interessata visti anche gli ultimi annunci di Eni.
Intanto, a rendere la situazione ancora più caotica, ci pensa Roberta Metsola, presidente dell'Eurocamera: «L'iter
dell'intesa sul futuro delle auto era stato completato («tutto elettrico» dal 2035, ndr) e, quindi, non si può tornare indietro perché si danneggerebbe la fiducia tra i co-legislatori e la credibilità del processo legislativo».
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